"Possiamo giocare bene, creare tante occasioni, ma se non le sfruttiamo a dovere... Visto la rubentus? Due partite irregolari e già hanno rubato 4 punti.... Forza magica Inter... Sempre".
Franco
Sui gol irregolari c'è ben poco da dire. Di certo il numero di occasioni da rete che crea l'Inter non è di livello inferiore rispetto ai bianconeri. Poi è vero, bisogna concretizzare di più ma è già una buona notizia arrivare in porta con tanta facilità.
"Ma quando lo rottamiamo Cambiasso,un giocatore inutile che ci fa perdere un sacco di punti!! FUORI!!".
Mario
Francamente non capisco questo astio nei confronti di Cambiasso, uno dei migliori di questa prima fase di stagione dell'Inter. Non sarà più reattivo come una volta, ma dei centrocampisti nerazzurri, oltre a non aver saltato una partita, è quello con il rendimento più costante. E non sono io a dirlo. Spero che questa mail non sia un esempio emblematico di coloro che a prescindere accusano Cambiasso (e altri connazionali) di essere la rovina dell'Inter. Al punto da non prendere neanche in considerazione le sue prestazioni sul campo, finora molto positive. Se continua a giocare così, non credo che Mazzarri rinuncerà mai al Cuchu, che gli garantisce senso tattico, esperienza e talento pur non essendo un fulmine di guerra.
"Leggo una serie di valutazioni sulla partita con il Cagliari, che ritengo fuori luogo.
Pur riconoscendo che da quando c'è Mazzarri, la squadra è tutt'altra cosa, vedo ancora troppi equivoci che spesso, finiscono nel calderone di considerazioni generalizzate che credo vadano puntualizzate.
Le considerazioni complessive, mediamente, le giustifico e e condivido.
Non condivido invece, il fatto di approfittare di una prestazione discreta, per ascrivere in modo generalizzato, tutti nell'elenco dei buoni.
Vanno fatte alcune prcisazioni che riguardano Guarin e Pereira.
Li ho seguiti con attenzione durante tutto l'arco della partita.
Il primo è stato un disastro, il secondo assolutamente incapace, praticamente, due calciatori prestati all'avversario, capaci da soli di far salire il termometro dell'irritazione, oltre la soglia massima".
Vittorio
Posso essere d'accordo sulla prestazione sotto tono di Guarin, che ancora non riesce a ritrovare sé stesso e mi spiace per il talento che non riesce a mettere al servizio della squadra. Ma Pereira secondo me è stato molto bravo, pur non avendo praticamente neanche un tempo nelle gambe. Il campo pesante non lo ha aiutato, ma ha fatto il suo, preso tante botte e messo molti palloni in mezzo. Giocasse sempre così probabilmente Mazzarri gli darebbe più chance.
"L’ingiustizia è uguale per tutti. O quasi.
“Rifaremo quel coro” hanno detto i responsabili della Curva Sud. “Vergognoso additarci come razzisti” rincarano i capi della Curva Nord. Milano è senza tifo. Una città senza ultras. E per ultras, si faccia attenzione, noi intendiamo la brava gente, i tifosi appassionati che vanno allo stadio a cantar per la loro squadra, non i delinquenti, non chi canta solo per i diffidati, non chi fa politica in curva, non chi usa lo stadio per far soldi con la droga. Per loro la condanna è ferma e decisa. Senza discussioni. Negli occhi dei bambini e nei nostri l’ultras è quello che canta per la sua squadra. E anche contro quella avversaria, non neghiamolo. Ma è questo il bello del calcio. Alle curve di Milano sono stati tolti i tamburi, i megafoni, gli impianti. Siamo costretti a dichiarare con una settimana di anticipo gli striscioni che porteremo allo stadio. Veniamo perquisiti due volte ogni settimana. Va bene tutto, si badi. È per la sicurezza, è per il fair play, è per essere sempre più vicini all’Europa. Va bene.
Ma ci è stato tolto tutto. Ora ci viene tolta la possibilità di cantare. Ora ci viene tolto lo sfottò. Ora ci viene tolta la nostra curva. Sud o Nord che sia. Il coro contro i napoletani lo si fa da sempre, non è razzismo. Non è discriminazione territoriale. Si chiama “sfottò”. Cori e striscioni ne sono pieni. Da sempre, da un secolo. La magia del calcio vive anche di questo: di rivalità, di tifoserie nemiche e di tifoserie gemellate, di squadre che non si sopportano. Vive della sciarpa della Fiorentina raccolta dal Baggio bianconero; vive dei tifosi della Juve che rifiutano Stankovic già comprato; vive dei tifosi dell’Independiente che sotterrano sette gatti neri nello stadio dei rivali storici del Racing per non farli vincere mai più; vive dei tifosi del Milan scrivono a caratteri cubitali “per trenta denari amore a prima vista, Giuda interista” a Leonardo il traditore; vive dei quarantamila fischietti che accolgono il fenomeno Ronaldo quando rimette piede a San Siro ma con la maglia sbagliata; vive dei cinquantamila che seguono i Rangers ogni domenica in quarta divisione; vive dei bambini che imparano i cori della loro squadra ancora prima di saper leggere e scrivere. Il calcio è dei tifosi. Senza tifosi il calcio sparisce. E i tifosi sono anche lo sfottò. Sono le mascherine dei tifosi milanisti a Napoli, sono le pecorelle impiccate contro il Cagliari, sono le coreografie con zebre o diavoli o biscioni infilzati e uccisi, sono gli striscioni con scritto che “Giulietta è una zoccola”, sono le manette sotto la foto di Moggi. E sì, sono anche i cori. Sono offensivi? Solo se ci si traveste da perbenisti e buonisti. Solo se si vuole passare per le vittime. Solo se ci si auto-ghettizza e si gode nell’essere oggetto di razzismo. E lì la giustizia come si comporta? Chi difende? La giustizia sportiva chiude le curve. Come se il problema del calcio italiano fossero la Sud o la Nord. Chiude le curve per fare bella figura con il resto dell’Europa. Chiude le curve per svuotare ancora di più gli stadi. Dopo avere venduto l’anima del calcio alle tv a pagamento ora ne vende anche il corpo. Sì perché, non ci stancheremo mai di ripeterlo, il calcio sono i tifosi. Tutti. Chi canta e chi batte le mani, chi fischia e se ne va dieci minuti prima, chi viene solo al derby e chi c’è anche con il Padova il 10 di gennaio. Il calcio è dei tifosi e, nello specifico, è dei tifosi che vanno allo stadio. Se si sceglie, ed è assurdo a nostro parere, di toglierli per punire gli sfottò lo si scelga pure. Però sempre e con coerenza. Si scelga di punire tutti i cori e tutti gli insulti. Si scelga di punire tutte le curve, non solo quelle più comode da additare. Si punisca chi canta che i genovesi puzzano di pesce, chi dice che Milano e la sua nebbia devono bruciare, chi invoca Nerone come suo eroe, chi spera nell’eruzione del Vesuvio, chi dice che i Vicentini mangiano i gatti, chi spera di svegliarsi per guardare il mare e non vedere più Livorno, chi si farebbe cadere una bomba dalle mani per veder morti diecimila genoani, chi si pulisce il sedere con la sciarpa del Bari, chi dice che Palermo non è Italia, chi insulta la cara vecchia lupa, chi si fa la doccia con la sorella dei bresciani, chi sostiene che Romeo sia il boia e Giulietta la sua troia, chi sorride ricordando ai bergamaschi che alle soglie del duemila hanno il trattore in doppia fila. E non c’è nessuna differenza tra queste cose. Il tifoso doriano che si sente dire che puzza di pesce non avrebbe diritto di scandalizzarsi esattamente come quello napoletano? Il tifoso interista che sente cantare “Milano in fiamme” non dovrebbe preoccuparsi esattamente come l’ultras napoletano minacciato dalla lava? Invece no. Le curve punite sono la Nord e la Sud di Milano. La curva laziale meriterebbe un discorso a parte, politico e in questo caso sì inerente il razzismo, che non c’è lo spazio di fare. Tutte le altre curve d’Italia sono aperte. È aperta la curva del Verona che presenta svastiche e croci celtiche indisturbata ogni domenica. È aperta quella del Livorno che passa le sue partite ad insultare Stato, Polizia, Carabinieri. In queste curve, rossa e nera, la politica c’è. L’odio politico c’è. Le ideologie fasciste e comuniste ci sono. Ma restano aperte, una multa ogni tanto magari, giusto per essere a posto con la coscienza. O peggio, per sentirsi a posto con la coscienza. E poi ci sono i due “casi particolari” del nostro calcio. C’è il Napoli con il suo stadio mai perfettamente a norma, tanto che l’Uefa concede una deroga speciale per poter giocare al San Paolo. Il Napoli con più paganti che posti disponibili. Il Napoli che entra in campo, ogni domenica, inspiegabilmente, senza ragione, dai cinque ai dieci minuti dopo rispetto a tutti gli altri. Ci sono i tifosi del Napoli che sommergono di fischi l’inno nazionale e la passano liscia; i tifosi del Napoli che lanciano bicchieri pieni di urina agli avversari e se la cavano con una multa; i tifosi del Napoli che infangano la memoria del grande Torino con cori che definire “beceri” è un complimento; i tifosi del Napoli che cantano contro Facchetti e i morti della famiglia Agnelli. È un caso particolare perché il San Paolo sembra intoccabile. Può succedere tutto lì. Si possono decidere gli orari di inizio, si può stare a bordo campo senza biglietto, si può puntare il laser contro gli avversari, si possono portare all’interno petardi di ogni tipo, quando a San Siro vengono ritirati gli ombrelli ai signori di sessant’anni “perché possibili oggetti contundenti” (sic!). E poi c’è la Juve. La Juve che doveva ripartire dalla prima categoria dopo Calciopoli e ha patteggiato per ottenere la B. La Juve a cui la nostra Lega Calcio permette di scrivere “trenta sul campo” sulla maglia, di avere tre stelle nello stadio e di mettere il numero 31 dappertutto, auto deridendo e rendendo vuote le stesse proprie sentenze. I tifosi della Juve che riempiono di cori Balotelli, Boateng, Juan Jesus e tutti i giocatori che hanno in comune il colore della pelle. Nero. Razzisti? Forse no. Certo sicuramente più degli sfottò anti napoletani. I tifosi della Juve che si permettono di scrivere “Di Torino noi siamo il vanto, voi solo uno schianto” e prendono solo 30.000 euro di multa alla società. Ma ogni domenica sono lì da capo a ululare contro i neri e ad insultare il portiere avversario. Ma anche allo Juventus Stadium è tutto concesso.
Napoli e Juventus. Sono due casi particolari nel nostro calcio, lo strano calcio in cui il carnefice finisce troppo spesso per passare per la vittima. Non ce ne vogliano gli amici napoletani e juventini. Ma la nostra curva deserta è un insulto alla logica, all’oggettività dei fatti e al buon senso soprattutto se la loro resta aperta. Non è punendo uno sfottò, storico e innocente, che si guarirà il calcio italiano. Non è chiudendo due curve che si risolverà il problema della violenza. Perché violenza non c’è. Né concreta, né verbale. E se si vuole punire allora però si punisca. Tutti.
Il calcio è dei tifosi. Non facciamolo finire in mano ai politici".
Fabrizio
Mi fa davvero piacere che un tifoso del Milan abbia voluto dire la sua su questa vetrina nerazzurra. Significa che dopo due sanzioni identiche che hanno provato le due squadre di Milano del supporto dei propri tifosi più accesi ci si sta rendendo conto ambo i lati che la situazione sta sfuggendo di mano. Io sono dell'idea che punire tutti solo per qualche deficiente con la mania di protagonismo sia anti-democratico. Si interviene con il pugno duro quasi a voler dare una dimostrazione di forza, invece di individuare il problema alla radice. Magari se tutti i tifosi reagissero con veemenza a certi episodi volgari e offensivi la questione si risolverebbe automaticamente senza che il giudice sportivo debba intervenire. In Inghilterra accade, noi siamo troppo lontani da questa evoluzione civile. Ma al contempo privare il tifoso dello sfottò un tempo accettato e oggi considerato discriminazione territoriale toglierebbe un pizzico di elettricità positiva all'essere legato alla propria fede calcistica e campanilistica. Quella stessa elettricità da bar dello sport in cui ci si prende in giro bevendo assieme un caffé o una birra. Altri tempi, oggi per non sbagliare è meglio rimanere in silenzio...
"Cari amici sono stato ieri a Trieste e sarò pure smentito già da sabato prossimo ma ho visto nascere una grande squadra. Avevamo di fronte il Cagliari una squadra tosta, ben organizzata, messa in campo per bloccare il gioco, anche con maniere piuttosto ruvide e ripartire con grande velocità e pericolosità; in campo alcuni uomini che non avevano mai giocato, Rolando e Belfodil, Campagnaro, il pilastro e leader difensivo fuori, Palacio il centro di tutto il gioco offensivo fuori , Taider e il suo moto perpetuo fuori; parliamo anche del campo, completamente inzuppato d'acqua specie sulla fascia dx quella di Naga, che infatti non ha mai potuto neanche tentare di saltare l'uomo come gli riesce abitualmente e Alvarez, unica nota negativa che si è letteralmente impanato; parliamo delle nostre paure di tifosi che stiamo ancora sognando e ancora non crediamo ai nostri occhi; parliamo anche dell' arbitro che ci ha annullato un goal per un fallo quantomeno improbabile. Facciamo pure la somma ma è il risultato è stato quello di avere una squadra sola in campo, dominio assoluto, cinque-sei palle goal nitide contro nessuna; un solo errore (Guarin) che ha generato un contropiede pericoloso poi recuperato dai nostri anche se con un cartellino giallo; bene tutti, persino Pereira anche se credo serva uno con un piede più dolce, Kovacic in mezzo al pantano, super , il trio di difesa pressochè perfetto, Cambiasso , tornato almeno tre anni indietro. Doveva finire 2 o 3 a 0 ma il calcio è imprevedibile e purtroppo un tiro relativamente innocuo di "Miagolan" (proprio lui doveva darci un dispiacere !!!) ha siglato l'1 a 1. Pazienza, ripeto grande, grandissima Inter, non solo in prospettiva ma già adesso. Resta solo da mettere a posto la gestione del vantaggio quando manca poco alla fine e ... Chi l'avrebbe mai detto? Certo sabato ci sarà una Roma lanciatissima ma vedrete che con il buon Mazzarri non si correranno pericoli! Allegri, avremo di che divertirci".
Ganni
Lieto di tanto ottimismo, è una delle chiavi dell'ottimo avvio di stagione dell'Inter. Più ci si convince dei propri mezzi, più si migliora. A Trieste l'Inter ha giocato bene per larghi tratti, concordo sul fatto che il Cagliari fosse avversario tosto eppure eravamo praticamente riusciti a vincere se un tiro velleitario non avesse incocciato il piede di Rolando. Fa parte del calcio, resta comunque la sensazione che la squadra sia viva e abbia margini di crescita. Spero che Mazzarri riesca a trovare posto anche per altri giocatori come Kovacic e Belfodil, ma conoscendolo continuerà a puntare sui soliti finché avranno fiato. L'importante è continuare su questa strada, non è un pareggio ingiusto che deve farci preoccupare.
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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