Il giorno dopo forse fa ancora più male, perché l'emotività del momento lascia spazio alla razionalità. Esattamente quella che dovrebbe mostrare la natura delle cose in modo più oggettivo e meno camuffato dalla 'pancia'. In realtà però l'amara sensazione di aver subito un torto molto grave rimane lì, ferma, impassibile. Un pareggio praticamente ormai scritto che diventa sconfitta per una forzatura arbitrale di quelle che i vertici del calcio sconsigliano sempre. Un danno non da poco per l'Inter che rimedia la seconda sconfitta consecutiva in Champions League e vede all'orizzonte l'incubo del playoff, che la scorsa stagione ha letteralmente fatto strage di club italiani nella competizione.

ECCESSO DI RISPETTO - Ieri sera i nerazzurri non hanno mostrato il loro profilo migliore, forse intimiditi dal blasone dell'avversario nonostante arrivasse da un periodo di crisi di risultati e di tumulti interni (vedi caso Momo Salah). Troppo rispetto forse per i campioni d'Inghilterra, che in estate hanno investito sul mercato circa 500 milioni ma oggi si ritrovano in affanno sia in Premier League sia in Champions League. I ragazzi di Cristian Chivu sono mancati innanzitutto mentalmente, pur concedendo il minimo sindacale ai Reds e disputando una gara ordinata. Ma l'ordine nella propria metà campo non si è sviluppato in efficacia nell'altra, al punto che al di là di un calcio piazzato di Nicolò Barella l'unico vero intervento di Alisson è stato sul colpo di testa di Lautaro Martinez allo scadere dei primi 45 minuti. Decisamente più impegnato, anche se per normale amministrazione, Yann Sommer. Nel complesso, dunque, la percezione è che solo un episodio avrebbe potuto scalfire uno 0-0 giusto. Ma l'episodio doveva arrivare dalla fantasia dei calciatori, non da quella della squadra arbitrale.

MOVIOLA LIVE - E qui si torna amaramente al momento clou che ha rovinato una serata di alto profilo calcistico, almeno emotivamente. La leggera trattenuta di Alessandro Bastoni su Florian Wirtz, nulla che non si veda in ogni angolo del campo e che spesso viene ignorata dall'arbitro, diventa episodio da moviola live, vivisezionato come se fosse la prova di un crimine in barba alle disposizioni internazionali sull'utilizzo del VAR, nato per sanare le ingiustizie, non per crearle. Il signor Soren Storks, responsabile all'assistenza video, di fronte all'entità della trattenuta e alla sceneggiata palese di Wirts avrebbe dovuto semplicemente tirare dritto, armato di buon senso. Invece ha scelto di sconfessare la decisione di Felix Zwayer, 'costringendolo' a rivalutarla quando non ce n'era alcun bisogno. Il resto l'ha fatto la personalità del direttore di gara, che imbeccato dal collega non ha saputo mantenere la propria posizione pur avendo le immagini davanti agli occhi. Come se ci fosse un tacito accordo tra colleghi per non remare l'uno contro l'altro.

E LA UEFA? - Tutti coloro che si sono espressi, da Chivu ad Arne Slot, fino ai calciatori interpellati, hanno ammesso, chi direttamente chi tra le righe, che questo rigore concesso a una manciata di minuti dal 90esimo è stata una forzatura, sia per la dinamica sia perché altrimenti bisognerebbe convocare l'arbitro di turno una quindicina di volte al monitor in ogni partita. Adesso, a meno che la UEFA non si esponga pubblicamente sconfessando la decisione della squadra arbitrale tedesca, si è creato un pericoloso precedente in cui anche la più leggera delle trattenute rischia di diventare materiale da VAR, entrando a gamba tesa sull'anima di questo sport che è in primis di contatto. Probabile che alla fine della fiera quanto accaduto al Meazza venga etichettato come 'interpretazione forzata' e si andrà avanti come se nulla fosse accaduto. Giusto, lo spettacolo deve proseguire. Con l'Inter che ne avrà fatto le spese.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 10 dicembre 2025 alle 15:58
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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