Alessandro Michieletto, schiacciatore della Trentino Volley campione del mondo con la Nazionale di Ferdinando De Giorgi, racconta la sua fede interista per un’intervista rilasciata a Radio TV Serie A nell’ambito del format ‘Viaggio nel Calcio’. Insieme al compagno di squadra Riccardo Sbertoli, milanista, che lo definisce “un grande pallavolista, ma non può essere tutto perfetto”, Michieletto racconta in primo luogo l’emozione vissuta nel ricevere delle maglie dell’Inter personalizzate direttamente a San Siro: “Fa un certo effetto, noi non siamo abituati. Noi giochiamo in palazzetti dove al massimo sono 15mila persone, allo stadio sono 70mila. Dalla TV non ti rendi conto, c’è stata una bolgia; è stata un’emozione unica, chissà quando ricapiterà un’occasione così. Ho ancora la pelle d’oca a ripensare a quando Javier Zanetti mi ha consegnato la maglia, ci fa pensare ancora di più a quanto di buono abbiamo fatto con la Nazionale. Il fatto che società grandi come l’Inter abbiano riconosciuto questo grande valore è tanta roba per noi e per il mondo della pallavolo che speriamo cresca sempre di più”.

Quale giocatore di calcio di tutti i tempi paragoneresti a Riccardo?
“Ha una leadership che ho imparato a conoscere in questi anni, è il capitano della nostra squadra e spero lo rimanga a lungo. Quindi penso a Paolo Maldini”.

Sbertoli ti paragona a Bastoni, tu quale giocatore del Milan assimileresti a Riccardo?
“Inizialmente direi Luka Modric perché è un grande palleggiatore, però siccome tante volte ci ha salvato coi suoi interventi direi anche Mike Maignan al quale i milanisti farebbero una statua”.

Quale giocatore dell’Inter vedresti bene come pallavolista?
“Ho conosciuto Ivan Perisic che ha detto di aver giocato a beach volley. Però dell’Inter di oggi penserei ad un difensore come Yann Bisseck: so che gli piace il basket e la NBA, però è atletico e salta quindi lo metterei in prima linea ad attaccare”.

Come nasce la passione per l'Inter?
"Mio nonno e mio papà sono grandi interisti, guardavamo le partite insieme e mi hanno tramandato questa fede. Ricordo ancora le prime uscite allo stadio, per me da allora è diventata quasi una malattia. Ora sono un grande tifoso, dico spesso che il mio umore dipende più dalle partite dell'Inter che dalle mie. Per esempio, l'altro giorno abbiamo vinto contro Perugia però poi l'Inter ha perso il derby e allora per me la serata era rovinata nonostante la gran partita fatta... Cerco sempre di seguirla perché mi piace lo sport e il calcio in particolare".

Se dovessi descrivere Lautaro Martinez in una parola?
"Mi piace tanto perché è capitano dell'Inter, ci tiene alla maglia e si vede ogni volta che va in campo. Poi ha grande garra come tutti gli argentini e questo mi trasmette carica. Se c'è lui, c'è tutta la squadra. Insieme a Nicolò Barella è il leader di questa squadra e mi piace molto perché anche se non segna e non è in giornata da dieci, c'è sempre con la testa e la cattiveria e così manda un bel messaggio a tifosi e compagni. Mi piace per la mentalità che ha". 

Prima della finale Mondiale, tu e Yuri Romanò vi siete esibiti nelle esultanze di Lautaro e Thuram.
"Diciamo che è un nostro momento per caricarci al momento del lancio delle formazioni. Lui ha detto io faccio Lautaro, all'inizio volevo fare Federico Dimarco ma alla fine ho cambiato forse perché Thuram aveva segnato la sera prima visto che guardiamo insieme le partite. Le riproporremo".

La tua top undici ideale dell'Inter?
"Diciamo che essendo del 2001, inizialmente non ho visto grandi campioni. Però qualcuno ci deve stare, quindi dico: Julio Cesar, Zanetti, Lucio, Samuel, Facchetti in difesa; Barella e Sneijder a centrocampo, poi in attacco Diego Milito che mi ha fatto innamorare dell'Inter, Ronaldo il Fenomeno, Adriano che mi è piaciuto tanto anche se ero piccolo, tirava di quelle bombe... E uno tra Alvaro Recoba e Samuel Eto'o. Peccato per come sia finita, ma anche Mauro Icardi mi ha trasmesso grandi emozioni".

Sei stato anche ospite dell'Inter ad Appiano Gentile, questo fa sì che il legame coi colori nerazzurri ti porti dove tanti tifosi vorrebbero arrivare.
"Sono stato alla Pinetina due volte, e lì ho visto una realtà che non potevo immaginare. Da tifoso era il sogno di una vita vedere la quotidianità della squadra, ma poi vedi davanti a te ragazzi normali, che ti parlano, ti fanno i complimenti, ti salutano... Sono semplici, li vediamo in TV con milioni di follower ma nei momenti privati sono belle persone. Grazie all'Inter per avermi fatto vedere una realtà alla quale non ero abituato". 

Sezione: Copertina / Data: Mar 09 dicembre 2025 alle 13:25
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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