Quantomeno curioso. Proprio ora che le voci di mercato si moltiplicano, ecco il problemino al polpaccio, stranamente non rilevato il giorno dopo il match con il Napoli, ma due giorni dopo. 'Scontro con Gargano', la versione ufficiale, anche se ciò non ha impedito a Thiago Motta di allenarsi al chiuso della palestra di Appiano Gentile. Insomma, questo infortunio c'è o no? E' reale o no? E' diplomatico o no? Nessuno ce lo dirà mai, anche se oggi, al momento delle convocazioni, tutto sarà chiarito.

Caso-1 - Se Motta sarà inserito nella lista da Ranieri, vorrà dire solo una cosa: il fastidio è reale, non si è voluto rischiare nulla, si è fatto solo lavoro di scarico dopo un tour-de-force, ma l'oriundo c'è. E' convinto di restare all'Inter e contro il Lecce il suo apporto sarà fondamentale, anche per far dimenticare l'opaca prestazione contro il Napoli in Tim Cup.

Caso-2 - Se Motta non sarà convocato, ecco che il 'senso di ragno' comincerà a pizzicare in tutti i tifosi nerazzurri. Senza Stankovic, con Poli ancora ai margini, Muntari in Coppa d'Africa (ed è meglio così), e con Cambiasso spremuto fino al midollo, in nessun caso uno come Thiago dovrebbe saltare una sfida importatissima come quella di Lecce. Nessuno. E di certo nessuno crederebbe alla scusa del polpaccio dolorante. In questi casi, in piena rimonta, si gioca anche su una gamba sola in condizioni di emergenza.

Già, perché per l'Inter, lì in mezzo, c'è emergenza. Sia a livello numerico che di qualità. Senza Motta, con la Lazio, i nerazzurri hanno palesato un disagio generale nel costruire la manovra e nel tenere il possesso della sfera, specie nei momenti di difficoltà. Il Lecce, presumibilmente, sarà aggressivo fin dall'avvio per sopperire al divario tecnico, quindi uno come Motta serve come il pane, anche e soprattutto vista la mancanza di alternative. E qui torna in auge il discorso mercato. Se prima della Thiagonovela col Paris St. Germain l'Inter cercava un mediano, non si capisce perché ora la ricerca si sia fermata a trovare un eventuale sostituto dell'italo-brasiliano qualora sposasse la causa di Leonardo-Ancelotti. Le ultime ci parlano di Candreva o Constant, gregari che faticano anche in piazze meno nobili come Cesena e Genoa. Guarin, ad esempio, servirebbe con Motta, e non al posto di Motta. E se davvero Branca aveva 25 milioni da spendere per Tevez, come nessuno all'Inter ha negato a precisa domanda, ecco che questo tesoretto potrebbe tornare più che utile per un forte centrocampista. Il restante, si potrebbe investire per un attaccante da affiancare a Pazzini e Milito.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 28 gennaio 2012 alle 09:33
Autore: Alessandro Cavasinni
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