Tra burle e serietà, Lionel Messi è sempre in mezzo. L'argomento Pulga tiene ormai banco tra i media che vengono a contatto con l'Inter, e diversamente da quanto accaduto con la pista Kakà, raffreddata sin da subito dalle ferme parole del presidente Morati, con Messi le aperture arrivano più o meno da ogni parte. Proprio Massimo Moratti, che con una semplice battuta aveva scatenato il tam tam mediatico, ha ammesso che ci sta pensando seriamente per il futuro, anche se consapevole delle difficoltà economiche per un'eventuale operazione. A queste parole, sono seguite quelle di Rafael Benitez: il tecnico nerazzurro ha chiuso la porta a Kakà per motivi tecnico-tattici, ma ha giurato che a Messi non direbbe di no. Sorride, Benitez, quando glielo nominano, proprio come ha sorriso Messi quando a Milano, qualche giorno fa, è stato sorpreso dai giornalisti che gli chiedevano: "Ti piace la città?". Non rispondeva, Leo, ma il suo sorriso valeva più di mille parole: ci ha pensato poi Diego Milito a dire che, in realtà, il signor Messi, Milano la adora davvero. E allora via alla carrellata di parole anche dei giocatori, con Javier Zanetti a 'chiamarlo' per il futuro.

Ma l'ultima conferma è di oggi, con Marco Branca, d.t. nerazzurro, che ha detto, su un eventuale approdo di Messi all'Inter a giugno, "sul mese sono d’accordo, non sono d’accordo sul “prossimo”, per cui credo che non debba partire da troppo lontano per lavorare". Anche lui non chiude nessuna porta, insomma. Tornano tutti i conti su questo punto di vista: il sogno resiste, gli ostacoli sono importanti, ma un giorno ci si penserà. Intanto, l'Inter si gode il presente fatto più che mai di giovani. Oggi nella vittoria clou (sono questi i punti più pesanti per arrivare in fondo, ricordiamocelo) di Cagliari, abbiamo visto in campo Joel Obi, a subentrare agli altri giovanissimi Philippe Coutinho e Jonathan Biabiany. Inoltre, c'è il solito Davide Santon che scalpita (oggi non è entrato solo per questione di infortuni come accaduto a Biabiany), ma anche Denis Alibec in panchina, perfettamente arruolabile. Spazio a tantissimi giovani, con Mattia Destro e Andrea Ranocchia che presto arriveranno alla base per un futuro roseo. Nessuno ha sottolineato che la squadra campione d'Europa, d'Italia e di Tim Cup ha giocato e vinto su un campo durissimo come Cagliari con tanti giovanissimi in campo, senza la paura di dargli fiducia. Vogliamo fare un applauso a questa società, dato che si parla tanto di far giocare i giovani e poi ci ritroviamo le solite squadre vecchie? E non ci parlate solo di italiani, perché l'Inter, ricordiamolo, è nata sotto il segno della fratellanza: "Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo".

 

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Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 17 ottobre 2010 alle 20:07
Autore: Fabrizio Romano
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