Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, a parlare è il nuovo acquisto nerazzurro Rodrigo Palacio. Arrivato a giugno dal Genoa, l'argentino spiega le sue difficoltà iniziali e analizza il momento fisico della squadra. Dalla dura preparazione alle amichevoli, passando per i gol.

E' questo il vero Palacio?
Ma sono sempre stato io, perché?

All'inizio faceva un po' di fatica, non soltanto a segnare.
E' proprio fatica. La sera a Pinzolo ero a pezzi, mi sembrava di essere morto. Come se non avessi le mie gambe.

E Stramaccioni, visto che non aveva Sneijder a disposizione la schierava dietro la punta centrale.
Quello non è un problema, è un fatto di condizione atletica.

Il ruolo lo considera importante?
Non nascondo che a mio avviso, come seconda punta, più vicino al centravanti ed essendo libero di muovermi in una certa maniera, rendo di più.

E menomale allora che Sneijder è tornato a giocare.
Certo, ma non perché io posso giocare nel suo ruolo.

Anche per quello, su...
Okay, anche per quello. Ma il motivo principale è perché siamo contenti che Wes sia con noi. E' la testa della squadra, se gioca lui, si gira meglio.

Perché a Glasgow il tuo ingresso ha cambiato così tanto la partita?
E' stata l'Inter che ha cambiato approccio, il Celtic ha abbassato il baricentro e noi lo abbiamo alzato, senza aspettare il loro calo. E' stata una questione di gambe.

Amichevoli tabù per te, non riuscivi a segnare. Qual è stata la svolta?
A Bari nel Trofeo Tim: non solo per il gol, che è stato importante. Quella sera mi sono sentito bene e segnare al Milan mi ha alleggerito anche la testa.

E il gol di Glasgow a cosa è servito?
A tutto, è stato il più importante dei tre. L'ho segnato in una partita vera ed è stato il più difficile. La palla di Livaja arrivava veloce, non è stato facile come poteva sembrare.

Inoltre ha evitato all'Inter la prima sconfitta del campionato.
Meglio così, ma non sarebbe stato un dramma. E' importante vedere la squadra crescere e migliorare partita dopo partita. A Glasgow abbiamo fatto fatica nel primo tempo, ma nel complesso ci sono stati dei passi in avanti.

Basteranno per la sfida contro l'Hajduk?
Devono bastare, ma sappiamo che non sarà facile.

Lo stadio di Spalato è una bolgia..
Massimo rispetto, ma alle bolge sono abituato. In Libertadores, in Brasile, non ti accogliono coi fiori.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 30 luglio 2012 alle 08:15 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Mario Garau
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