Dopo le brevi dichiarazioni di ieri, subito 'superate' dal comunicato di Wesley Sneijder, Massimo Moratti ha parlato ancora alla Gazzetta dello Sport per fare il punto della situazione circa questo caso che sta tenendo banco in casa nerazzurra da oltre due settimane.

«E’ normale sondare il terreno con una proposta che darebbe a lui due anni in più di contratto con un ingaggio importante e a noi la possibilità di una spalmatura - dice Moratti -. Avendo un contratto, lui ha il diritto di dire di no. Noi avremmo quello di fare una controproposta, ma non credo ci siano margini. A noi sembrava una proposta equa, lui è libero di non ritenerla tale. Certo che il suo comunicato denota che è più lontano di quanto pensassi».

Ma a voi sono arrivate delle offerte per Sneijder?
«No, oggi (ieri, ndr) non ce le hanno presentate. Se ci avessero portato un’offerta saremmo già due passi avanti. Le voci sul Milan non mi preoccupano. Anche se non sarebbe la prima volta che lo fanno. O se ne va o accetta, non abbiamo idea di alternative all’Inter perché non ce ne sono e cercarne sarebbe stato scorretto visto che è uno di noi e deve ancora decidere».

Cosa deve succedere perché Sneijder torni in campo?
«Da sempre, la decisione di convocarlo o meno è in mano all’allenatore, che non ha ricevuto alcuna imposizione da parte della società. Se dimostrerà di riuscire ad allenarsi bene e sentirsi parte del gruppo, giocherà. Credo che la cosa sia precipitata dopo la dichiarazione di Branca, che gli avevo chiesto io di fare. Sono il primo a chiedere all’allenatore di farlo giocare, non ho nessun interesse a pagare uno che va in tribuna, mentre potrebbe farci vincere le partite. Senza dimenticare il casino che si crea ogni sabato quando non viene convocato. Ecco perché la cosa va risolta in fretta, visto che genera tensione anche nella squadra. Per fatti psicologici, fisici e di poca integrazione, l’allenatore sino ad ora non ha ritenuto che fosse pronto. Stramaccioni con Sneijder è sempre stato chiarissimo».

Sneijder però sembra dire che prima di fare un altro passo vorrebbe giocare.
«Ma così si aggira il problema. E’ l’allenatore che stabilisce se lui è in forma o meno. E’ vero che c’è un braccio di ferro, perché noi gli abbiamo chiesto un favore e ci sta che lui non sia contento. E il comunicato è in linea con il suo atteggiamento. Ma non la vedo come una situazione irrisolvibile, le cose con una chiacchierata possono cambiare da un giorno all’altro. Magari segna quattro gol col Napoli... Noi lo terremmo molto volentieri e lui non ci ha mai detto di volersene andare».

Ha mai pensato di parlarci di persona?
«Non lo sento da un mese. Ora credo che lui tema di disturbarmi e io non mi intrometto e gli lascio il tempo di pensarci».

Perché tutto questo è successo proprio in novembre?
«Perché così se vuole andare via a gennaio può farlo e noi risparmiamo delle mensilità, mentre farlo in estate a mercato aperto suonava come una scorrettezza, un invito ad andarsene. Mi spiace perché mi sembra una contrapposizione creata, lui invece continua ad allenarsi con gli altri». 

Proporrete una spalmatura anche agli argentini?
«Può darsi, ma immagino che la cosa sarà meno pubblicizzata. E poi loro hanno un’altra età e soprattutto una scadenza più ravvicinata».

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 04 dicembre 2012 alle 08:50 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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