Chi, interista o meno, non conosce Javier Zanetti? Qualunque appassionato di sport non può fare a meno di apprezzare l’abnegazione, la serietà, lo spirito di sacrifico che contraddistinguono il capitano dell’Inter, dal 1995 in nerazzurro, una vera bandiera. Un calciatore divenuto simbolo di sobrietà e dedizione alla maglia, un modello di atleta perfetto potremmo dire, che anche grazie a uno stile di vita equilibrato gioca a 35 anni con la grinta e la tecnica di un ragazzino.
A un personaggio del genere, senza eccessi e mai sotto i riflettori scandalistici, verrebbe da pensare che il lusso non interessa, ma la vita da calciatore permette comunque di togliersi qualche sfizio; LuxSport, canale del lusso sportivo realizzato da LuxGallery per Corrieredellosport.it e Tuttosport.com, ha intervistato il capitano, per conoscere meglio l’uomo Zanetti, sotto una luce diversa. “Non sono propriamente un appassionato di oggetti di lusso – ci ha raccontato - ma qualche volta qualche regalo me lo concedo, come un bell’orologio, e mi piacciono molto le belle macchine”.

Quali auto possiede nel suo garage?
Al momento una Fiat 500 e una Audi Q7.

Mete preferite per le sue vacanze?
Non torniamo mai nello stesso posto... credo di essere stato 2 volte in Sardegna. Poi, si cambia sempre meta: dalla Tunisia alle Bahamas, dalla Polinesia a New York, dipende da che parte dal mondo siamo e ne approfittiamo per conoscere un posto nuovo.

Ha un hobby particolare: orologi, collezionismo, golf?
No, inteso come hobby in senso stretto no. Mi piacciono gli orologi e mi piacciono le valigie. Mi compro spesso un nuovo trolley! Sarà che sono sempre in giro... (sorride, ndr).

Che cosa vede nel suo futuro dopo il calcio giocato?
Mi vedo come dirigente dell’Inter... ma al momento mi vedo ancora come giocatore!

La fondazione Pupi: come è nata, come sta andando e quali obiettivi si pone?
La Fondazione PUPI è nata dopo una serata tra amici con Leonardo (attuale allenatore del Milan, ndr). Lui ha una bellissima fondazione in Brasile. Noi non abbiamo trovato una Fondazione che faccia questo tipo di lavoro nel nostro paese, in Argentina, così abbiamo deciso di prenderci questa responsabilità e crearla noi. Sta andando bene. Si lavora tanto anche perche ovunque ti volti c'è bisogno di aiuto. Il nostro obiettivo è, attraverso i bambini, aiutare una intera comunità del quartiere di Lanus, in peiferia di Buenos Aires. Ma, ovviamente, c'è sempre piu bisogno e stiamo aiutando anche altre regioni dell'Argentina.

Quali sono i "colleghi" calciatori che la sostengono di più?
Ivan Cordoba c'e sempre, Cuchu Cambiasso, Ivan Zamorano... ma in realta tutti mi danno una grande mano. Appena gli chiedo delle presenze o delle foto, sono sempre presenti!

Quanto possono aiutare la charity il mondo del calcio e quello del lusso?
Sicuramente tanto. Noi "approfittiamo", nel senso buono della parola, di tutte le porte che ti apre il calcio per dare una mano a chi più ne ha bisogno.

Se Zanetti non fosse stato un calciatore sarebbe diventato...?
Veramente non lo so... per fortuna mi sento un privilegiato per essere riuscito a fare quello che mi piace.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 27 novembre 2009 alle 18:11 / Fonte: Luxgallery.corrieredellosport.it
Autore: Domenico Fabbricini
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