Il tecnico dei nerazzurri Leonardo ha parlato in conferenza stampa in vista della trasferta di domani a Catania: "C'è grande gioia, non possiamo nasconderla - ha esordito il brasiliano - : la squadra contro il Napoli è stata straordinaria, per entusiasmo e capacità di soffrire, gestire, lottare, contro un gruppo in salute. Adesso arriviamo alla parte più difficile, continuare con grandi prestazioni, e contro il Catania vogliamo un'altra grande prestazione".

A Leo viene anche chiesto riguardo le condizioni di Chivu e del rientrante Eto'o. "Come sta Chivu? Non è niente di grave, prima l'ho fatto entrare io anticipatamente negli spogliatoi perché era scivolato, ma niente di grave. Il ritorno di Eto'o? Fortunatamente la squalifica è finita, mi aspetto che sia lui, quello di sempre, Eto'o".

Per l'Inter ha inizio un periodo colmo di ostacoli e di incontri ravvicinati. "Il miglior modo per allenare una squadra è farla giocare - commenta il tecnico -, partita dopo partita, con una gestione che deve essere precisa: solo giocare è il miglior modo per avere un'idea di gioco".

Leonardo potrebbe essersi tolto un peso andando a vincere l'esordio sulla panchina nerazzurra contro il Napoli, ma lui afferma: "Il mio modo di vedere il calcio è molto allegro, non si può vivere il calcio con il 'peso', il 'peso' nel calcio non deve esistere: poi si vince, si perde, si cerca di migliorare, di crescere, di cambiare. Ma io non vivo 'pesi', vivo emozioni. E ora pensiamo alla prossima tappa, quella di domani, da vincere".

A chi gli domanda se la sfida di domani possa risentire delle polemiche post Roma-Catania, l'allenatore risponde: "Non penso. E poi davvero non credo che qualsiasi decisione arbitrale possa cambiare il risultato finale. Non credo che su 38 partite un episodio può cambiare la realtà di fine anno, quindi non è una cosa a cui penso, come non penso a chi arbitrerà domani. Io penso alla squadra, a come deve giocare e a come deve comportarsi: l'incidenza dell'arbitro può capitare, errori da un parte e dall'altra ci possono essere, ma credo che sia la prestazione della squadra a stabilire il risultato".

Durante la conferenza si parla anche dell'amicizia che lega Leo a José Mourinho: "Io sento Mourinho, noi abbiamo un rapporto, ci conoscevamo prima e questa cosa ci ha resi complici in questa situazione - spiega il neo-tecnico dei nerazzurri -. Siamo persone molto aperte. Lui oggi è l'allenatore del Real Madrid e sicuramente deve pensare a tante cose, ma è vero che ci siamo confrontati. Mi è stato molto vicino e per questo gli sono molto riconoscente".

"Privilegiare una competizione piuttosto che un'altra? Io non mi pongo dei limiti - prosegue Leonardo -. Ogni volta che vai in campo, se il risultato non è quello che aspettiamo, lascia delle tracce, quindi se si va in campo lo si fa per vincere, sempre. Ogni volta che si va in campo ci vogliono risposte e responsabilità per quello che si fa. Noi qui abbiamo 24 giocatori a disposizione che possono giocare qualsiasi gara, in Champions League, in campionato o in Coppa Italia. Le scelte si fanno solo in base alla forma".

Si passa a parlare del clima di grande armonia all'interno dello spogliatoio e degli abbracci visti durante la partita col Napoli: "Niente è definitivo, niente è per sempre, magari fra poco qualcuno mi manderà a quel paese... (sorride, ndr.) Qualcosa di naturale, se cominciamo a cercare di spiegare una cosa del genere diventa tutto molto meccanico e io di meccanico non voglio avere niente. Meccanici possono essere gli schemi tattici - afferma il brasiliano -, alcune cose che facciamo in campo, ma queste sono cose naturali. Il calcio poi è giudicato attraverso la passione, nel bene e nel male: tutto è molto passionale, in quello che è forse il più grande movimento che abbiamo in tutto il mondo, bello da vivere nel bene e nel male, ripeto".

"Questa squadra c'è, poi è ovvio che sul lungo periodo possono succedere tante cose, vincere, perdere, avere problemi, ma questa squadra c'è, è presente - continua il tecnico -, non è che uno arriva e dice due cose e la squadra è fatta, questa squadra c'è. E se a questo si aggiunge l'allegria intesa come soddisfazione di fare un qualcosa tutto funziona meglio. Noi dobbiamo pensare che siamo felici di stare qui, di venire qui, allenarci, aspettare la partita, avere la voglia della competizione, di metterci in discussione, anche attraverso la concorrenza interna. Questo è il calcio e io mi metto a disposizione per cercare la miglior situazione per ogni giocatore".

Domani tornerà in campo Samuel Eto'o, "una risorsa importantissima per questa squadra, da tanto tempo. Una risorsa che ora torna a disposizione, finalmente. Non deve avere un impatto nuovo ma essere lui". Può anche essere l'occasione per vedere, anche se non dal primo minuto, anche Andrea Ranocchia, del quale Leo dice: "Parliamo di un nazionale italiano che ha davanti a sè un futuro promettente, ma che è già una realtà. Ha davanti a sè grosse prospettive e sta crescendo. Ci darà tanto".

Infine Leonardo parla della rincorsa al Milan: "Io non sono mai sceso in campo pensando a un risultato che non fosse la vittoria. Se riusciamo sempre nell'obiettivo, che è quello di vincere, dopo faremo i conti. L'idea oggi è quella di vincerle tutte. Alla rimonta ci pensiamo eccome, passando per tutte le tappe che ci attendono, a partire da quella di domani, che è ovviamente la più importante perché è la prima. E vogliamo vincere", chiude l'allenatore.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 08 gennaio 2011 alle 13:50 / Fonte: inter.it
Autore: Daniele Alfieri
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