"L'inchiesta della Procura di Milano per turbativa d'asta? Stiamo attenti al percorso che stiamo facendo. Se dovremo rispondere a delle domande, lo faremo. C'è grande scrupolosità, vediamo, Io non minimizzo né esaspero, preferisco vedere le cose prima di commentare". Lo ha detto Anna Scavuzzo, vice sindaca di Milano, parlando a Radio 24 all'indomani dell'acquisto da parte di Milan e Inter della 'Grande Funzione Urbana San Siro', comprensiva dello stadio Meazza e dell’area circostante, sulla quale i due club hanno in progetto di costruire il nuovo stadio e tutte le infrastrutture correlate.

197 milioni di euro il prezzo di vendita. 
"Abbiamo approfondito con le Università Bocconi e Politecnico le stime della Agenzie delle Entrate, la documentazione racconta la massima trasparenza e il senso di responsabilità che deve guidare tutti in questa operazione, così come quelle che hanno alla base investimenti pubblici". 

E' preoccupata dalla clausola di Inter e Milan sulle inchieste giudiziarie?
"Ne avevamo ampiamente dibattuto sia nelle commissioni che in Consiglio, era una clausola che aveva stupito e offeso qualcuno. In realtà, racconta l'immagine che stiamo dando: io avevo già sottolineato il fatto questa cosa restituisse un po' di preoccupazione rispetto al pensiero di chi viene a Milano a investire o, in generale, in Italia. La preoccupazione che si rimanga impantanati; noi dobbiamo dare un messaggio diverso, nella massima trasparenza. Non deve esserci la preoccupazione che qualsiasi cosa possa fermare qualsiasi iniziativa, Nessuno comunque ha messo veti, anche perché c'è stata una reciprocità. Come Amministrazione, ci siamo tutelati: abbiamo trovato un equilibrio nel contratto. Nel caso in cui i club dovessero avere degli inciampi, noi siamo nelle condizioni di non essere schiavi di un rogito capestro. C'è stato un grande sforzo da parte di tutti. Io sono preoccupata dal segnale di quel tipo di richiesta, invece dovremmo continuare a parlare di come investire secondo le regole". 

L'inchiesta della Procura ruota intorno al fatto che la gara sia durata un mese dopo sei anni di epopea.
"In questa epopea lunga sei anni, chiunque avesse voluto fare un passo avanti credo ne avrebbe avuto margine e possibilità perché tante sono state le discussioni che ci sono state con ipotesi e valutazioni. Sei anni sono lunghi. La pubblicazione del bando, comunque, ha previsto oltre un mese. Perlomeno una indicazione rispetto al desiderio, alla volontà, al di là delle riunioni … Cosa dovevamo fare? Tagliare su misura un bando con qualcuno che ci dice che lo vorrebbe in certo modo? È un gatto che si morde la coda. Ci vuole sostanza, non solamente delle idee, perché anche sull'equilibrio economico di una struttura come quella dello stadio che si regge solo su alcune attività rispetto che su altre, siamo nel campo delle ipotesi. Io non ho visto nessuno studio che effettivamente ci restituisca questo come certezza. Non mi sostituisco a chi sta facendo le valutazioni. Noi abbiamo ovviamente prodotto tutto quello che è necessario produrre e continueremo a farlo. Il dubbio deve essere fugato e credo sia nostra responsabilità fugare qualunque dubbio rispetto al percorso di trasparenza che abbiamo cercato di portare avanti. Ne sono state dette di tutti colori in questi sei anni, onestamente".

Sezione: Focus / Data: Gio 06 novembre 2025 alle 15:45
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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