Gianfelice Facchetti, come tutti i tifosi nerazzurri, tiene allo scudetto del 2006, non solo per una questione di immagine, ma soprattutto per onorare al meglio la memoria dello scomparso padre Giacinto, coinvolto nel processo di Napoli, dopo che la difesa di Luciano Moggi ha reso pubbliche le sue intercettazioni. Gianfelice usa parole forti, a cominciare da quando disse che la Juve poteva anche riprendersi il tricolore: “Lo dissi perché ciò sarebbe stata una cosa inaspettata ed eclatante. Poi il tutto è stato strumentalizzato. La mia era una semplice provocazione, come a dire ‘lo restituiamo e vediamo se hanno il coraggio di riprenderselo’, oppure se c’è qualcuno che riesce a giudicare, tipo una FIGC dormiente”. Sull’esposto Juve: “Il problema centrale è il tempo: 5 anni fa si sono creati dei processi paralleli, che non hanno aiutato chi ha lavorato sul processo iniziale.  Tutto poi diventa possibile e credibile. Ma mi sembra che c’è differenza evidente nell’operato delle diverse persone coinvolte”.

E se togliessero lo scudetto all’Inter? “Tutto ciò sarebbe di cattivo gusto, ma dico solo che ci vorrebbe coraggio a farlo. Se ciò accadesse gli organi federali dovrebbero essere messi sotto osservazione e riaprirei le vicende archiviate dal 94 al 98. Ci sono differenze abissali nell’operato delle persone. Ma se lo scudetto venisse tolto per dare un contentino ad altri, mi arrabbierei sul serio. Se Giacinto Facchetti da assente dovesse rispondere, anche i presenti dovrebbero dare spiegazioni circa le loro operazioni”.

Sezione: FOCUS / Data: Sab 02 luglio 2011 alle 10:26 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alberto Casavecchia
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