Due stagioni indimenticabili, col sogno del titolo sfumato per un nulla. E un’esperienza da custodire per sempre. Fabio Lopez, allenatore romano giramondo, ha guidato dal 2016 al 2018 l’Under 23 dell’Al-Ahli, tra i club più prestigiosi dell’Arabia Saudita: “Arrivai a campionato già iniziato, con la squadra al settimo posto. Chiudemmo secondi, come nell’annata successiva. Un qualcosa di molto bello e importante a livello lavorativo”.

Come vivono il calcio in Arabia Saudita?
“È il primo sport. Sono molto più aggressivi di noi sotto certi punti di vista (ride, ndr). Sono molto focosi negli stadi, ci tengono particolarmente alla loro squadra del cuore. Vi assicuro che se devono esaltare, esaltano. Ma se devono criticare, mica si mordono la lingua: criticano eccome”.

Sfatiamo un tabù, quelle delle donne a cui non è permesso seguire le gare dallo stadio.
“Non è vero, possono entrare allo stadio. C’è uno spazio loro dedicato, quello delle famiglie”.

Cosa le chiedevano i locali sul campionato italiano?
“È sempre uno dei più seguiti, con Liga e Premier. Il rammarico è che ultimamente si continuano a nominare Del Piero, Baggio, Baresi. Non ci sono nomi nuovi insomma, segno che forse avremmo bisogno di nuovi campioni. A tal proposito le racconto questo: quando non ci qualificammo per il Mondiale del 2018, tutti mi prendevano in giro”.

Che passione provano per le nostre squadre?
“Sono tifosi veri. Cioè se un ragazzo dell’Arabia Saudita dice di tifare Inter, è vero. Tifa Inter con tutto se stesso. Hanno le magliette, seguono le partite, si informano, seguono il mercato, esultano, s’arrabbiano e così via”.

Conoscono solo Inter, Milan e Juventus?
“No, tutte le squadre italiane. E aggiungo questo: quando lavorai per l’Al-Ahli si aspettavano il catenaccio, sempre per la concezione che accompagnava il nostro calcio. Li stupii col nostro gioco propositivo, dominante. Nonostante per otto partite non subimmo gol, la nostra miglior difesa era l’attacco. Si può dire che ci siano alcuni stereotipi sull’Arabia Saudita, come su calcio italiano visto all’estero”.

Adesso è arrivato Cristiano Ronaldo.
“Un mio ex giocatore, Karib, sarà suo compagno di squadra. Si divertirà, avrà realizzato il sogno più grande della sua vita. Il baricentro finanziario del calcio si sta spostando verso i Paesi Arabi. Ora si sta alzando il livello, vedi l’ingaggio del portoghese. Nella vita si lavora comunque per soldi…”.

Motivo per cui la Supercoppa italiana si disputerà a Riad.
“Le cito la frase di un mio amico. ‘Se tu pensi che quello che dica sia una lamentala, è una lamentela. Se la vedi in modo diverso, non è una lamentela’. Questo per dire che tutto dipende dai punti di vista. Certo, sarebbe stato bello se il Derby di Milano si fosse disputato in Italia, per i tifosi italiani. Però quelli locali riempiranno lo stadio e realizzeranno un loro sogno. Anzi, vedrà che pure fuori dall’impianto ci saranno tanti sostenitori”.

Anche quando lei era a Gedda, si parlava di presunti interessi di fondi arabi per l’Inter.
“Hanno le capacità per comprare i nerazzurri o qualsiasi club importante nel mondo, ma io di questo non ho notizie. Le assicuro però una cosa: se vogliono qualcosa, vengono a casa tua e la prendono”.

Chiudiamo col calcio giocato. Che partita si immagina in Supercoppa?
“A Riad si aspettano tanto. Si affronteranno due belle squadre, sarà una gara forse più aggressiva del solito, visto che si giocherà lontano da Milano (ride, ndr). E i giocatori verranno infervorati dai tifosi locali, vedrete”.

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Sezione: Esclusive / Data: Mar 17 gennaio 2023 alle 15:40
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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