Inter-Napoli sarà la sua partita, soprattutto. Walter Mazzarri si gioca tanto, probabilmente non la panchina, ma un affetto da parte dei tifosi nerazzurri che potrebbe riguadagnare proprio battendo la sua ex squadra. Ostacolo non semplice, ma "nessuno sa preparare le partite come lui, uno tra i migliori allenatori in Italia e in Europa con la difesa a tre". Parole di un fedelissimo di coach WM, che in questa intervista esclusiva decrive, oltre che l'allenatore, anche l'aspetto caratteriale di un uomo che non ama particolarmente esporsi, svelando anche un retroscena emozionante e significativo in un'annata semplicemente fantastica. Anni di lavoro condivisi, tante avventure e un legame che definire tra giocatore e tecnico è riduttivo, perché "per me è come un secondo padre".
Mazzarri uomo di calcio e non, descritto a 360° da una persona che deve tanto al tecnico nerazzurro, con il quale ha lottato sia a Reggio Calabria che a Napoli, raggiungendo traguardi storici per le due società. Parola a Salvatore Aronica, il 'difensore' di WM ed ex giocatore che nello scorso settembre ha iniziato il corso per diventare allenatore dopo aver vestito l'ultima maglia in carriera, quella del 'suo' Palermo.
L'Inter è reduce da un momento particolare, dopo le sconfitte contro Cagliari e Fiorentina. Secondo te come sta vivendo Mazzarri questa situazione?
"Ho avuto la fortuna di lavorare per sette anni con il mister e posso dire di conoscerlo bene. Ora deve gestire una situazione non semplice: nella sua carriera ha sempre anteposto aspetti ritenuti fondamentali come la tenuta difensiva, il bel gioco e l'organizzazione e posso immaginare che per lui non sia facile andare avanti così".
In queste ultime settimane si sono sprecati i rumors circa il suo futuro. Se avessi la possibilità di dare un consiglio a Thohir, quale messaggio gli manderesti?
"Consiglierei Mazzarri sempre e comunque, senza alcun dubbio. Non è mai stato esonerato, ha capacità sia dirigenziali che aziendali e ha sempre valorizzato gli uomini a propria disposizione. Da sempre ottiene il massimo dalle proprie squadre e, quindi, sono convinto che sia l'uomo giusto per il progetto-Thohir. Inutile negare che oggi l'Inter non sta dimostrando il massimo, ma Mazzarri è il primo a saperlo e a esserne conscio".
Come è stato il rapporto, a livello umano, tra di voi?
"Bellissimo. Da lui ho imparato tanto ed è stato l'allenatore che mi ha fatto esprimere al meglio a certi livelli. Mi ha dato l'opportunità di essere titolare e disputare la Champions League. Tengo a sottolineare che il nostro è stato un rapporto più umano che da tecnico a giocatore. Lo ritengo un secondo padre, mi ha dato consigli anche per quanto riguarda la mia vita privata".
Mazzarri non ama particolarmente il rapporto con pubblico e media, anteponendo il lavoro sul campo, e alcuni vedono in questo un limite. Concordi?
"Preferisce far parlare gli altri e dimostrare con i fatti. Per lui le conferenze stampa sono una fatica (ride, ndr).
Una delle frecciate che vengono sovente rivolte al tecnico toscano è quella di dar poco spazio ai giovani, anche se Juan Jesus, Icardi e Kovacic si stanno consacrando proprio con lui. Cosa rispondi a quelli che muovono questo tipo di critica nei suoi confronti?
"Hai detto bene tu, i tre giocatori appena citati stanno giocando sempre perché sono di livello. Il mister non ha timori nel lanciare un giovane, successe lo stesso anche a Napoli e Reggio Calabria con Cavani, Lavezzi e Bianchi. Se riconosce il talento non ha paura di lanciare nessuno, perché uno degli obiettivi è quello di valorizzare i propri uomini. Chiaramente in una società come l'Inter non si ha tanto tempo, per pressioni e risultati da raggiungere, ma queste critiche verso Mazzarri sono prive di fondamento".
Mazzarri ti ha mai proposto di seguirlo all'Inter?
"No, no. Le nostre strade si sono divise quando mi comunicò della possibilità di venire all'Inter. Sono stato uno dei primi a saperlo, nel gennaio 2013 mi disse che la trattativa con i nerazzurri era in fase avanzata, augurandosi che tutto si concretizzasse. Dal canto mio, avevo una proposta importante dal Palermo, squadra della mia città, e lo stesso Mazzarri mi disse che per questioni anagrafiche le nostre strade si sarebbero poi divise, pur essendo uno dei suoi fedelissimi. Con un progetto come quello di Thohir sarebbe stato difficilissimo per me trovare spazio, la carta d'identità parlava chiaro".
Difesa a tre: WM è il maestro?
"Con questo modulo è tra i migliori in Italia e in Europa. Conosce a memoria questo assetto tattico, con tutte le sfumature del caso, con gli esterni che nel suo gioco sono fondamentali, oltre alla tenuta difensiva. Secondo me sono proprio i gol subiti il problema che lo sta facendo maggiormente arrabbiare, perché ha sempre cercato di creare un bunker difensivo".
C'è un motivo per cui non utilizza mai la difesa a quattro, anche come seconda opzione?
"Rispondo in modo chiaro: non la utilizzerà mai, te lo garantisco. Lui ha sempre preferito la difesa a tre, quella a quattro la potrebbe utilizzare solo in situazioni limite, magari trovandosi in svantaggio, per togliere un difensore in favore di una punta. Non gli piace, preferisce il 'terzetto' difensivo. In ritiro qualcosa ha provato, ma non fa parte del suo modo di vedere il calcio".
Tornando all'addio al Napoli e il successivo arrivo a Milano, hai rivelato che già a gennaio 2013 la situazione sembrava già prendere una certa direzione. Era già tutto definito con l'Inter o le parti erano solamente agli approcci iniziali?
"Mi disse che c'era la possibilità di cambiare aria e che l'Inter era una delle opzioni, niente di più, perché in quel momento noi eravamo ancora in corsa per traguardi importanti. C'erano anche altre squadre sul mister, ma lui mi parlò solo dell'Inter".
No comment sulle altre società?
"Non mi rivelò alcun nome, si limitò a dirmi che in quel momento c'era la possibilità di andar via. Mi parlò dell'Inter, delle altre no. Club italiani o esteri? Non saprei, veramente".
Se in futuro Mazzarri ti chiamasse per entrare a far parte del suo staff, accetteresti?
"Certamente, ma non credo possa accadere. Il suo staff è numerosissimo, c'è anche il mio amico Vigiani che è un ragazzo che merita e sono contento per lui. Se dovesse accadere mi farebbe enormemente piacere, questo è fuori discussione".
In poche occasioni il mister ha dato libero sfogo alle proprie emozioni. Vuoi svelarci un aneddoto, un episodio in particolare che non dimenticherai mai?
"È una persona estremamente simpatica, cordiale e scherzosa, e conoscendolo bene immagino che ora sia abbastanza nervoso. Non gli piacciono le critiche negative perché lavora al massimo per ottenere quelle positive. Per quanto riguarda le nostre esperienze, tanti sono i momenti che ricordo, anche se uno in particolare mi ha colpito. Reggina, stagione 2006-2007: andiamo a giocare a Empoli alla penultima di campionato, dopo una cavalcata trionfale che ci aveva visto partire con la famosa penalizzazione di -15. A fine primo tempo punteggio pesantissimo, 3-0 per i toscani, in un match fondamentale. All'intervallo mister arrabbiatissimo, noi sconfortati perché se avessimo perso quella partita tutto il 'castello' costruito fino a quel momento sarebbe andato in frantumi. Nella seconda frazione riusciamo a reagire e a recuperare il risultato, con un 3-3 soffertissimo. A fine partita vedo Mazzarri in lacrime e in quel momento capisco l'uomo-Mazzarri. Quando l'ho visto così emozionato, addirittura in lacrime, venirci incontro a fine partita per abbracciarci tutti ho capito e compreso il suo valore, anche a livello umano. Questo è il ricordo indelebile che porterò sempre con me".
In conclusione, il messaggio di Aronica per Mazzarri.
"Mando un saluto molto affettuoso al mister, augurandogli di uscire al più presto da questa situazione difficile. Voglio inoltre lanciare un appello a tutti i tifosi dell'Inter: fidatevi di Mazzarri, è un grande allenatore e lo ha dimostrato in tutta la sua carriera. Un grande abbraccio, Walter".
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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