In uno dei momenti più difficili della gloriosa storia dell'Inter, considerando risultati sul campo e problematiche societarie, il calendario propone l'esame più difficile. Domenica sera i nerazzurri sono attesi allo Juventus Stadium per una gara che da sempre significa molte cose, al di là dei calcoli di classifica. Juventus-Inter, per Massimo Moratti ad esempio, conta anche più del derby che serve più che altro per sfottere il dirimpettaio cittadino il giorno dopo. La sfida ai bianconeri investe invece una rivalità storica tra grandi famiglie, modi diversi di intendere il calcio e la vita di cui il pallone, dicono alcuni, ne è metafora.  Dopo calciopoli la rivalità ha assunto toni ancora più aspri, le due tifoserie non si  "stimano", tanto per usare un eufemismo. Ma anche nei tempi andati le due squadre più amate d'Italia hanno avuto i loro contenziosi. Uno dei più clamorosi riguarda la stagione 60-61. Il girone di andata fu dominato dall'Inter di Herrera e Angelo Moratti che si laureò campione d'inverno. Nel girone di ritorno i nerazzurri incapparono in una grave flessione che costò quattro sconfitte consecutive. La Juventus si trovò così a comandare la classifica con quattro punti di vantaggio.  Il 16 aprile del 1961 andò in scena lo scontro diretto al Comunale di Torino. Quella domenica lo stadio straboccava di folla, con gente sistemata addirittura a bordo campo. Situazione pericolosa e non regolamentare e  l'arbitro Gambarotta fece sospendere la partita al trentunesimo del primo tempo. Come da prassi, dieci giorni dopo il giudice sportivo assegnò la vittoria per 2-0 a tavolino alla squadra ospite, ossia all'Inter che mantenne così le sue chanche di scudetto. La Juve presentò ricorso e sorprendentemente la Caf lo accolse, disponendo la ripetizione della gara. ll presidente della Federcalcio si chiamava Umberto Agnelli che conviveva con un "leggero"  conflitto di interessi: era anche Presidente della Juventus.

Le polemiche e le malignità imperversarono, l'Inter, furibonda e con il morale a pezzi, perse  a Catania prima di rigiocare la partita farsa. Era il 10 giugno 1961, Angelo Moratti ed Helenio Herrera decisero di mandare in campo per protesta la squadra "De Martino", l'attuale Primavera  e quel giorno a Torino esordì in serie A a 19 anni un certo Sandro Mazzola, che poi diventò uno dei simboli della storia dell'Inter.  E proprio Mazzola segnò su calcio di rigore l'unico gol nerazzurro di una partita finita 9-1 per i bianconeri con ben sei gol del grande Omar Sivori. Juventus campione.  Al netto delle ingiustizie, Juve-Inter è quindi anche un pezzo di storia d'Italia, con immagini e racconti  che non passeranno mai di moda.

L'attualità ci propone una squadra bianconera prima in classifica, oggettivamente fortissima e che nel suo fortino chiamato Juventus Stadium, ha in questa stagione sempre sbranato l'avversario. Di fronte avrà un'Inter in forte depressione, avvitata su se stessa e apparentemente senza sbocchi. Inquieta un'immagine che mi gira nel cervello dal fischio finale di Inter-Catania: i giocatori di Conte all'interno del loro stadio che già ci stanno aspettando con forchetta e coltello, tovagliolone al collo, bavetta alla bocca e ghigno di scherno. Nella scorsa stagione l'Inter ebbe il merito di rompere l'imbattibilità dei rivali nella loro casa, finì con un 3-1 bello e secco, nonostante che anche quella notte due gravi errori arbitrali, gol bianconero viziato da un netto fuorigioco e mancata epulsione di Lichtsteiner alla fine del primo tempo, rischiarono di rovinare la festa. La Juve venne poi a vincere al ritorno meritatamente al Meazza, dove in questa stagione all'andata, è finita con un equo 1-1 e con un' Inter mazzarriana che sembrava bella e tosta. Tutto questo per dire che domenica sera probilmente vincerà la Juventus, ma l'Inter può e deve ritrovare per novanta e più minuti  il suo blasone, la sua storia, la capacità di far brillare in mondovisione i colori nerazzurri, i colori del cielo e della notte.  Peccato che non possa essere presente in tribuna Erick Thohir che tornerà in Indonesia sabato dopo le cinque giornate di Milano che dovranno gettare le basi dell'Inter presente, in ottica mercato, passando anche per la trattativa con la Juventus per i casi legati a Vucinic e Guarin, e del futuro, pensando anche alla costruzione della nuova società che dovrà prima di tutto tornare sana dal punto di vista finanziario.  Thohir avrebbe respirato dal vivo cosa significhi per un interista il derby d'Italia. Speriamo che il Tycoon abbia una Tv tale da trasmettere lo stesso queste sensazioni. -4 ragazzi. Forza, proviamoci, senza paura. Da Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 29 gennaio 2014 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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