Una cosa che mi piace dell'Inter indonesiana è il tentativo di essere chiari. Piero Ausilio, direttore sportivo con pieni poteri dopo i saluti a Branca, ad esempio parla di mercato con i giornalisti senza troppe remore, indicando ai tifosi quali siano gli obiettivi, a prescindere poi dal fatto che le operazioni possano andare veramente a buon fine. La cosa, a mio avviso, regala dosi di serenità e ottimismo. La stessa chiarezza la stiamo riscontrando anche nei possibili atti d'accusa. Il brillante reportage firmato da Giacarta dall'amico e collega Luca Taidelli della Gazzetta dello Sport, ci offre ancora una volta l'immagine di un Thohir con la possibile marcia in più. Le abbondanti porzioni di pollo fritto e di riso con carne annaffiate da buon vino, non gli hanno fatto perdere la lucidità necessaria per capire, durante la visione della fastidiosissima sconfitta interna con l'Atalanta, cosa serva all'Inter del futuro.

"Tutti sotto esame", ha tuonato il Presidente, anche le figure a lui più legate, come il nuovo direttore dell'area amministrativa, finanza e controllo Michael Williamson. Ma nella filosofia del tycoon, "tutti sotto esame" non penso voglia suonare come una bocciatura per chi lavori attualmente a vario titolo per l'Inter, bensì la richiesta di non adagiarsi, di puntare sempre al meglio, ricevendo il meglio. Thohir ha capito al volo come l'Inter debba al più presto conquistare risultati importanti sul piano sportivo anche per poter migliorare l'aspetto commerciale. Il famoso brand non acquista valore se la squadra resta nella mediocrità e non basta il blasone per sfondare i mercati. E allora tutti devono dare il 100% per far marciare parallelamente sviluppo tecnico e sviluppo commerciale. Le verifiche sull'operato avvengono quotidiane, senza sconti, ma anche senza pregiudizi. Con chiarezza.

La stessa chiarezza che Erick Thohir sta mostrando quando parla di Walter Mazzarri. Elogi senza enfasi, ma dettati da riscontri oggettivi, insieme alla richiesta di operare  al meglio per meritare di continuare a essere il tecnico nerazzurro anche in futuro. Mazzarri è stato scelto da Moratti. Solo per questo Thohir lo rispetta e lo ritiene un ottimo trainer, ma ora vuole capire se sia veramente quello adatto all'Inter che verrà. Così come lo stesso Mazzari dovrà dire alla dirigenza se il nuovo corso collimerà con le sue idee. Tutto, sempre, con estrema chiarezza. La storia insegna come all'Inter i continui cambi di allenatore non portino a nulla di buono e c'è da augurarsi che Mazzarri e la società trovino a maggio il punto d'incontro per impostare insieme il lavoro futuro. In Europa, chiede Thohir, anche se non sarà subito Champions. Quindi archiviare lo scivolone di domenica scorsa e tornare a far punti pesanti a partire da domani, sempre al Meazza, con l'Udinese dell'intramontabile Di Natale. 

Ma torniamo un attimo a Inter-Atalanta. Il solito primo tempo senza arte né parte, lo schiaffo preso, la ripresa all'arrembaggio. Così a volte ti può dir bene, ma a questa Inter spesso dice male e arriva la sconfitta. Immagino che Thohir desideri vedere in casa una squadra che tenti subito di vincere la partita, senza aspettare rincorrendo gli eventi. Ma questo è un discorso che abbiamo già affrontato senza risposte confortanti. Che invece arrivano quando la Beneamata si esprime fuori casa e dove comunque "fa" da subito la partita. Perché al "Meazza" invece si parte sonnecchiando? Domani Thohir sarà in tribuna per Inter-Udinese, sarebbe bene che gli 11 scelti da Mazzarri partissero con la determinazione e la consapevolezza di chi è più forte. A proposito, un giorno il Presidente ci spiegherà come il fisico regga sereno a continui voli da circa 16 ore a tratta. Che sia merito del pollo fritto?

Sezione: Editoriale / Data: Mer 26 marzo 2014 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
vedi letture
Print