E così, anche Walter Mazzarri ci ha messo il suo tassello e il mosaico, ormai, può dirsi completo: Erick Thohir ha preparato definitivamente il campo al suo approdo definitivo a Milano in qualità di capofila della cordata che ha rilevato la maggioranza delle azioni dell’Inter. Approdo per il quale, ormai, è solamente questione di giorni, visto che a metà novembre sarà annunciato (ma sì, ormai si può mettere il bando ai tanto diplomatici e prudenti condizionali) il definitivo passaggio di proprietà della società nerazzurra. Dicevamo che anche Walter Mazzarri, alla fine, ha messo il suo tassello per completare questo puzzle iniziato qualche mese fa, confermando, ieri ad Appiano Gentile, di avere avuto anche lui un contatto col tycoon indonesiano, custodendone però gelosamente i contenuti. Quell'allenatore che sembrava già sulla graticola e che invece si è preso gli elogi da quello che sarà il nuovo patron nerazzurro. 

La vigilia della sfida tra l’Inter e quella che probabilmente è la rivelazione del campionato, la neopromossa Hellas Verona di Andrea Mandorlini, è vissuta inevitabilmente sul filo conduttore chiamato Erick Thohir. Sono stati due giorni molto intensi, sul piano delle dichiarazioni: perché prima, si è esposto il tycoon in persona; direttamente da Giacarta, Thohir, intercettato da Sport Mediaset, ha parlato per la prima volta in maniera molto aperta di sé e dei suoi progetti per l’Inter. Al di là della curiosa ammirazione per Nicola Ventola, per alcuni agevolata dal fatto che la moglie dell’ex giocatore nerazzurro, la splendida modella Kartika Luyet, abbia origini indonesiane, e comunque sintomatica del fatto che sembra uno davvero incuriosito dalla storia del suo nuovo club, è apparso un Thohir determinato, ma sempre col sorriso sulle labbra. Che ha spiegato il concetto chiave del suo modus operandi: quello di pensare su due livelli, quello globale ma anche quello locale, espandersi sul mercato internazionale ma al tempo stesso senza dimenticare quanto di buono c’è già in casa.

Poi, è stata la volta del presidente Massimo Moratti, l’altro grande protagonista di questo romanzo. E le ultime ore sono state per lui particolarmente calde: iniziate con la bella ospitata televisiva a Inter Channel dove si è lasciato andare ad una lunga serie di aneddoti, ricordi, sensazioni, insomma una specie di autobiografia in tempo reale, un concentrato di emozioni attraverso il quale rivivere un’epoca indimenticabile per chiunque. E proseguite ieri, nel giorno dei giorni: si è svolta infatti l’Assemblea dei soci che ha sancito la nomina del nuovo, sebbene provvisorio, Consiglio d’Amministrazione. La sera di quello che poteva sembrare il congedo, è diventata, probabilmente, la sera dell’apogeo: quella dove il livello di affetto mostrato dai soci nerazzurri per il loro presidente ha raggiunto picchi incredibili. L’ovazione al momento dell’arrivo, l’acclamazione al momento della notizia della richiesta da parte degli indonesiani di rimanere presidente, persino il  gesto da parte di uno dei soci che ha voluto prendere il microfono per dirgli personalmente grazie per quanto fatto per la società in questi 18 anni.

Applausi e ringraziamenti rivolti al passato, ha voluto subito precisare Moratti una volta conclusa l’Assemblea. Ma sintomatici di una cosa che probabilmente già sappiamo tutti, ma che ribadire non fa mai male: l’era Moratti all’Inter è qualcosa che non si cancellerà tanto facilmente. Per i trionfi, certo; ma anche per chi ne è stato l’artefice, per quella figura come poche nel mondo dello sport in generale e del calcio in particolare se ne trovano in giro. Chi ha vissuto questi 18 anni, da tifoso, da amante del calcio, da addetto ai lavori, da semplice osservatore, non potrà dimenticare vittorie, traversie, aneddoti, tutto quanto è girato intorno alla figura del figlio di un grande presidente della storia dell’Inter e del calcio, che a sua volta, dopo anni di sofferenze, ha saputo diventare grande a sua volta. Quell’ovazione continua tributatagli dai suoi soci è il riassunto, forse troppo sintetico, di tanto affetto verso un personaggio unico.

Un personaggio la sui caratura è stata compresa in pieno anche da Erick Thohir e dai suoi soci, che gli hanno chiesto con calore di rimanere all’Inter come presidente. Un rapporto che si è suggellato in poco tempo, sottolineato da quel ‘bro’, in uno slang giovanile che indica freschezza e modernità ma al tempo stesso un sentimento di rispetto che tocca anche l’amicizia. Insomma, proprio nel momento tanto sudato del passaggio di testimone, Massimo Moratti si prende attestati di stima e ovazioni. Per quello che ha dato e per quello che potrà ancora dare.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 26 ottobre 2013 alle 00:01
Autore: Christian Liotta
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