Non è la prima volta che incrocia la squadra con la quale da giocatore ha vissuto sicuramente le pagine più importanti della propria carriera. Ma ogni volta per lui è impossibile non rievocare, o chiedergli di farlo, quel glorioso passato; a maggior ragione oggi, che Andrea Mandorlini rappresenta il tecnico rivelazione della stagione di Serie A, insieme al suo Hellas Verona, formazione arrivata dalla Serie B e protagonista di un campionato sontuoso, al punto da rappresentare una minaccia costante per le ambizioni europee dell’Inter. Nessuno avrebbe scommesso una lira, probabilmente, sul fatto che quello in programma questa sera al Bentegodi avrebbe rappresentato un nuovo spareggio per l’Europa League per i nerazzurri, dopo quello vinto col Torino.

Andrea Mandorlini è nerazzurro dentro, anche ieri, tra interviste e conferenza stampa, non ha nascosto il suo amore per l’Inter, il suo sentirsi fortunato per essere riuscito a realizzare il suo sogno di militare per sette anni nella squadra del suo cuore, e anche all’andata a San Siro il pubblico interista gli ha tributato un omaggio, memore dei suoi trascorsi. Ma per adesso, Mandorlini non vuole  far combaciare la sua passione al suo lavoro attuale: oggi il suo presente è l’Hellas, la squadra presa dall’inferno della vecchia Serie C e riportata nei quartieri alti del calcio italiano, e il suo futuro la gara contro l’Inter. Alla quale, c’è da giurarci, non concederà alcuno sconto: per rimediare una sconfitta pesante come quella di Parma, e soprattutto per dare una soddisfazione al proprio elettrizzante pubblico di fronte al quale ha già fermato sul pari con una clamorosa rimonta la Juventus.

Non sarà affatto una partita facile, quella di questa sera, è evidente: l’Inter però ha fame, non ha più voglia, specialmente adesso che la corsa si sta infiammando, di perdere ancora punti per strada che diventerebbero davvero sanguinolenti. Serve dare continuità, quella parola magica diventata però stregata durante l’anno, e serve innanzitutto vincere, magari approfittando di un nuovo passo falso della Fiorentina, impegnata in casa contro il Chievo. Dal punto di vista tattico, questa potrebbe essere una gara da manna dal cielo per Walter Mazzarri: perché il Verona non è venuto a San Siro a fare barricate all’andata, e quindi figuriamoci se tra le mura amiche rinuncerà al proprio gioco. La condizione ideale, per il tecnico di San Vincenzo, per poter esprimere al meglio il proprio credo tattico, senza dover ripiegare ai tanto mal digeriti passaggi orizzontali e alle lunghe attese per trovare varchi. Insomma, ci sono tutti i presupposti per assistere a un bel match, al di là di quelle che possono essere le eventuali cautele per un risultato che a questo punto del campionato è ormai vitale.

Se la squadra nerazzurra avesse il carico di autostima mostrato dal suo allenatore in questi giorni, però, sarebbero già due punti in più a suo favore.  Mazzarri ha fatto capire di avere riacquisito, semmai ne avesse persa, molta fiducia in sé e nei suoi uomini, difendendo sé stesso e le sue scelte, arrivando anche a trovare, per quel che riguarda la difesa costante del gruppo, una similitudine tra lui e José Mourinho, sempre un termine di paragone scomodo per il mondo interista. Un Mazzarri che si affida al motto ‘squadra che vince non si cambia’, e che quindi vuole premiare i progressi compiuti dai suoi uomini. Dall’altro lato, c’è però un allenatore grintoso e determinato quanto lui, che ambisce a completare alla grande questo campionato magari collezionando un nuovo scalpo di una delle nobili del nostro torneo. Mettendo da parte i sentimentalismi, anche se siamo in quella che viene universalmente definita ‘la città dell’amore’.

Chiosa sulla principale notizia di ieri: ampiamente annunciato dallo stesso giocatore, ecco arrivata l’ufficialità del rinnovo di Rodrigo Palacio con l’Inter fino al 2016. Premio meritato per un giocatore sin da subito entrato nel cuore della tifoseria nerazzurra a suon di gol, riconoscimento sottolineato anche e soprattutto dalle parole dedicategli dal profilo ufficiale della Lega Serie A: “Una grande squadra si costruisce innanzitutto trasformando in pilastri, le certezze”. Più chiaro di così…

Sezione: Editoriale / Data: Sab 15 marzo 2014 alle 00:01
Autore: Christian Liotta
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