Propositi per il nuovo anno.

La concretezza sotto porta. Anche contro il Sassuolo, in un’amichevole il cui risultato contava poco o nulla, l’Inter nella prima mezz’ora ha avuto cinque chiare occasioni da gol. Rete ingiustamente annullata a parte a Mkhitaryan, a certi livelli l’essere cinici è fondamentale.

La solidità difensiva. In questa preparazione invernale le cose sono andate piuttosto bene. Ma nella prima parte della stagione i nerazzurri hanno subito troppo gol. Cambiano i Governi e le mode, ma in Italia, vuoi o non vuoi, vince sempre chi subisce meno reti.

Lanciare qualche giovane, per davvero. Nel nostro Paese, in ogni tipo di lavoro e livello, più si è anziani, più si pensa di avere ragione. I “dinosauri” devono per forza avere la meglio. Ecco, se uno è più forte e merita, che abbia 10, 12, 20, 30 o 62 anni, deve essere titolare. La carta d’identità non conta.

Il rinnovo di Skriniar. L’unico Milan che fa esultare i tifosi dell’Inter. Possibile futuro capitano, persona educata e perbene, comunque andrà a finire.

Ingaggi alla Kvaratskhelia. Complimenti a Giuntoli per aver preso il georgiano. L’essere famoso non è garanzia di successo. Conta il verde. Ora tutti conoscono l’ex Rubin, ma per il futuro i nerazzurri devono avere la forza (e la capacità) di individuare profili di questo tipo.

Leggere tutte le situazioni. Se nella scorsa stagione l’Inter avesse pareggiato contro il Milan nel Derby di ritorno, sarebbe stata, dati alla mano campione d’Italia. Tutti i nerazzurri avrebbero voluto vincere quella partita, ma in certi casi si deve capire cosa convenga. Attaccare e rischiare di perdere o portare a casa un risultato comunque prezioso?

Alzare ancora trofei. A partire dalla Supercoppa Italiana di Riyad contro il Diavolo, l’Inter comunque deve e può essere protagonista.

Un mercato da Inter. Il voler scovare profili sconosciuti ai più non vuol dire che i nerazzurri non debbano puntare ai giocatori top. Da Zhang ai dirigenti nerazzurri, ognuno faccia al meglio il proprio compito e ci si potranno togliere tante soddisfazioni.

Chiusura doverosa su Pelè. Massimo Moratti rivelò: “Papà, nel 1959, l'aveva preso, ma il presidente del Santos temeva per la sua incolumità e stracciò il contratto". Sarebbe stato un sogno ad occhi aperti vederlo in Italia. A lui va comunque un enorme grazie, per averci regalato il suo calcio.

Buon anno a tutti!

Sezione: Editoriale / Data: Ven 30 dicembre 2022 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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