Non è tutto nero per l'Inter dopo l'eliminazione dal Mondiale per Club e soprattutto dopo quanto successo dopo la fine della gara contro il Fluminense. Secondo Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport, infatti, quella statunitense non è stata un'esperienza completamente inutile e massacrante: in primo luogo, perché i 33 milioni finiti in cassaaiuteranno il futuro. Ma, soprattutto, perché il Mondiale per Club ha certificato le due strade da seguire, già indicate dal campionato: una di natura tecnica, l’altra temperamentale. Il primo discorso è legato all'inserimento di Petar Sucic e Valentin Carboni nella gara contro i brasiliani, ingressi che hanno rianimato Lautaro Martinez sin lì ingabbiato in un gioco che sembrava "un valzer lento da balera romagnola a fine serata, quando l’orchestra ha solo voglia di andare a dormire. Per cambiar musica, l’Inter ha bisogno, appunto, di una generosa iniezione di tecnica individuale, di qualità in mediana, di sbarbati alla Sucic, che sappiano saltare l’uomo, creare superiorità e ispirare tra le linee; i famosi apriscatole che caratterizzano le squadre più forti e che l’Inter ha trascurato nel passato recente. Luis Henrique lo è, ma per ora non lo fa. Qualcosa di nuovo, in questo senso, è già arrivato ed è stato l’aspetto più confortante del Mondiale, ma il mercato dovrebbe battere ulteriormente questa pista".  

Poi, bisogna ritrovare l'etica: "L’Inter quest’anno ha perso tutto per questa carenza etica: non riuscire a mettere in campo per 90’ la miglior versione di se stessa, cosa che, nell’anno della seconda Stella, le riusciva regolarmente. I social hanno crocifisso soprattutto Matteo Darmian e Stefan de Vrij, ma dall’espressione annoiata con cui si trascinava l’ex uragano Marcus Thuram, s’intuiva che avrebbe voluto essere in qualsiasi altro posto del mondo, ma non lì. Dopo il like del Tikus al post di Calha contro Lautaro, che cosa resta della ThuLa? Le due metà possono ancora formare un pianeta solo? Le dure parole a caldo del capitano impongono una resa dei conti che i dirigenti dovranno operare al più presto, scegliendo le mele marce da togliere dalla cesta e fornendo a Chivu i giocatori che ha chiesto: quelli disposti a mangiare quella cosa là. Eccetto Barella, a Charlotte, non se n’è visto uno".

Infine, viene individuato il modello da seguire per Cristian Chivu: "Fabio Fognini ha 38 anni, 5 in più di De Vrij. È interista profondo, era presente a Monaco per la finale di Champions. Lunedì, nello stesso giorno in cui si scioglieva l’Inter, Fogna trascinava Carlos Alcaraz, numero 2 al mondo, 16 anni in meno, fino al quinto set, con una meravigliosa esibizione tecnica ed etica. Ciò che non gli dava il corpo, lo pescava direttamente dall’anima, disposto a mangiare l’erba e anche quella cosa là. È il modello ideale per l’Inter che ha in testa Chivu: più tecnica, più cuore".

Sezione: News / Data: Mer 02 luglio 2025 alle 14:34
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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