È stata un'Inter di paradossi e robustezza mentale quella vista in scena al Dall’Ara.
Il Bologna è stato battuto con la forza di una mentalità tenuta sotto stretta sorveglianza da un allenatore ossessionato dalla vittoria e grazie a tre giocatori ritenuti in crisi o al di sotto del loro standard.
Partiamo da Lukaku, ritenuto un attaccante deludente per un mese e mezzo perché, in relazione alla cifra pagata e la fanfara per il suo arrivo, si presumeva e pretendeva che facesse più movimento, fosse più presente in partita e realizzasse gol spettacolari. Nonostante segnasse non era abbastanza appariscente, inoltre in alcune partite rifiutava di tirare in porta e preferiva l’appoggio al compagno, venendo considerato un attaccante di peso molto leggero. La piccola dimenticanza di una preparazione saltata è stata messa a margine delle valutazioni, senza contare che Lukaku resta un giocatore con caratteristiche adatte più in partite dove ci sono spazi per andare in progressione o tentare l’iniziativa, come a Brescia e ancora di più a Bologna. Ieri ha mostrato un bel repertorio che è passato dall’esplosività, alla costanza, dalla freddezza alla personalità. Chi si ostina a giudicarlo per quello che non è e lo critica, a prescindere da come giochi, fa solo uno stolido oltraggio all’oggettività.

La vera sorpresa è stata Lazaro che ha giocato una partita più che convincente, mostrando di avere pieno diritto a reclamare un posto da titolare. Non tanto o solo per la partita col Bologna, quanto per le caratteristiche che ha mostrato e di cui non dispone nessun’altro esterno. Personalmente, in qualche diretta a Radio Nerazzurra, avevo più volte espresso la speranza che giocasse dal primo minuto, possibilmente in trasferta, perché, oltre a qualche problema di ambientamento di cui Conte non ha fatto mistero, c’era la netta sensazione che fosse stato anche sfortunato ad entrare una manciata di minuti in una partita pessima di tutta la squadra con lo Slavia Praga e durante il calo di tensione della squadra col Sassuolo. È bastato vederlo con il Bologna esprimere idee di calcio mai banale, con tanti palloni smistati, tre iniziative in cui, accentrandosi, ha verticalizzato in area trovando Lautaro Martinez e un rigore su di lui non assegnato, nonostante un intervento sulle gambe quasi plateale, quando si era ancora sullo 0-0. Se questo è Lazaro l’Inter, con lui è l’attuale Candreva, ha risolto un problema.

Il terzo giocatore in “crisi” era Skriniar, tanto che Conte non lo ha mai risparmiato, nonostante le perplessità sui movimenti più impacciati del solito nel modulo a tre. Ha lottato da autentico guerriero, ha ruggito su ogni pallone, fornito l’assist a Lukaku per l’1-1 e svettato in ogni pallone di testa.

Non c’è lodarsi all’eccesso perché molti problemi restano ma sono organici e comprensibili. Biraghi e Gagliardini non hanno continuità nel loro rendimento perché, non possedendo un grande bagaglio tecnico, se giocano tante partite ravvicinate perdono lucidità ma soprattutto brillantezza e oggi l’esterno sinistro è parso il giocatore più in difficoltà della squadra.

L’Inter è una squadra che sta mostrando una risorsa di cui ci sarebbe stato bisogno anche in altre stagioni: la perseveranza. Anticamera della mentalità vincente che deve propagarsi lungo tutta la stagione, non solo nella prima parte. Antonio Conte ha portato quel tipo di contaminazione che, durante la sua permanenza, garantisce impegno e quel tipo di determinazione clamorosamente assente nelle vecchie Inter.

Con il Bologna la squadra ha giocato una partita decisamente migliore rispetto a quella di Brescia e anche Lautaro Martinez ha confermato per l’ennesima volta di aver fatto il salto di qualità, tanto che il Barcellona si è fatto avanti per prenderlo.

Il secondo posto è puntellato ma ora arriva la partita più delicata della stagione europea. La trasferta di Dortmund, con un centrocampo nerazzurro apparso davvero in difficoltà atletica e il solo Vecino recuperato. Sensi non può dare ancora un contributo se non forse pochi minuti e i tedeschi vengono da un rotondo 3-0 in casa.

Quello che importa è che l’Inter, a prescindere dall’esito della Champions, sembra davvero essere tornata competitiva, dando la netta sensazione di aver gettato delle basi per costruire quell’impero evocato troppo spesso. Tra un anno è possibile che ci si possa divertire di più ma questa stagione è giusto che la squadra si comporti come se fosse già grande.

Amala.

VIDEO - NERAZZURLI - ROMEEELUUU! TRAMONTANA IMPAZZISCE PER LUKAKU

Sezione: Editoriale / Data: Dom 03 novembre 2019 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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