La partita d’esordio della nuova stagione nerazzurra è partita con il piede (letteralmente) giusto. Non era difficile pronosticare un successo in casa contro il Lecce, davanti a 65.000 tifosi. Era più sensato domandarsi che tipo di calcio avrebbe giocato e la discontinuità, rispetto al passato, si è vista negli aspetti positivi, come in quelli che vanno sistemati. 
Conte ha pianificato una partita fatta di aggressione e nessun punto di riferimento per gli avversari, al di fuori di Lukaku, su cui appoggiare lanci lunghi o passaggi in profondità. 
Il Lecce, sistemato con un modulo come il 4-3-1-2, ha provato a infastidire la difesa interista, rabberciata per le contemporanee assenze di Godin e, all’ultimo De Vrij, fuori per un fastidio muscolare. Ranocchia dunque come difensore centrale, vicino a D’Ambrosio e Skriniar. Il centrocampo, con particolare riferimento a Brozovic, autore del primo gol, e Sensi, marcatore del secondo, è stato quello più ispirato, grazie anche alla predisposizione al gioco dei pugliesi. Poco disposta al sacrificio della difesa e ripartenza, la squadra di Liverani ha tentato di giocare a viso aperto nei primi minuti, offrendo spazi e soluzioni che il modulo di Conte già prevedeva.
Candreva ha confermato che quell’ispirazione vista in pre campionato non era passeggera e lo abbiamo visto crossare bene, dialogare con i compagni, recuperare palloni e, alla fine, segnare un eurogol che gli era già riuscito qualche anno fa. 
Impossibile nascondere l’interesse per ogni giocata di Lukaku, cercato dai compagni, perfetto lottatore in caso di area intasata e generoso “triangolatore” in casi di sovrapposizione di Lautaro Martinez, Candreva e Sensi. Il neo attaccante, alla sua prima vera partita con l’Inter, ha mostrato una parte del suo repertorio, compreso il gol di rapina, pur denotando uno stato di forma ancora migliorabile. Bella l’esultanza dopo la quale è andato a cercare il giovane Esposito che gli si è attaccato al collo. 
Nel complesso l’Inter vista in scena a San Siro ha giocato un calcio più spumeggiante, estroverso, imprevedibile ed espresso qualche problema nella cerniera di centrocampo, quando i leccesi arrivavano spesso in tre contro tre nei pressi dell’area interista, a volte entrando con eccessiva facilità. 
Il gol leccese non è arrivato, l’Inter ha stravinto ma questo non significa che Conte non abbia visto alcuni evidenti imbarazzi, in una gara che si è messa anche bene dal punto di vista emotivo dopo 25 minuti.
A Cagliari l’Inter dovrà giocare una partita diversa e sarà interessante vedere che tipo di gioco intenderà mettere in atto Conte, in trasferta e con una gestione degli spazi che sarà necessariamente più complicata. 
Molto bene anche il giro palla, finalmente più arioso e con una maggiore disponibilità al tiro da parte dei centrocampisti che hanno un marcatore in meno a contrarli, considerando che con i due attaccanti ci sono più spazi. 
Nel finale Marotta ha chiuso la vicenda Icardi una volta per tutte, nonostante le consuete dichiarazioni moleste e masochiste di Wanda Nara, la quale continuando ad esternare senza rete, in televisione, ha danneggiato Icardi per l’ennesima e forse ultima volta. Marotta ha stroncato ogni possibilità di permanenza del giocatore, o comunque di impiego futuro, dichiarando: “Per noi un pizzico di fastidio per i tempi e per i modi. E smentisco in modo assoluto che qualche dirigente dell'Inter, e in particolare Steven Zhang, abbia invitato Icardi a restare. La nostra strategia è precisa e l'abbiamo comunicata nei tempi giusti. Andremo avanti fino alla fine e nessuno dell'Inter può stravolgere questa linea comune".
Una frase lapidaria e ancora più netta delle precedenti. 
Disarmante come Icardi abbia permesso alla moglie di gestire questa vicenda in modo tanto narcisistico e incomprensibile, a prescindere dalla strategia, se ne esiste una, ancora oggi misteriosa
Oggi l’unica strada resta la Juventus o il Napoli, diversamente resterà in tribuna un anno, distruggendo definitivamente la sua carriera. 
Situazione che invece, in una situazione diversa, sarebbe giudicata diversamente perché Icardi in questa Inter farebbe un figurone e la squadra sarebbe più forte. Decisamente più forte. Questo per dire come le due questioni morale e tecnica vadano in due direzioni diverse. 
L’Inizio è stato splendente. Ora a Cagliari vedremo se ci saremo fatti abbagliare.
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 agosto 2019 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
vedi letture
Print