"Non siamo robot". Così Courtois ha attaccato frontalmente la UEFA, rea a suo dire di pensare solo alle proprie tasche e di non curarsi della salute dei giocatori. "Più partite uguale più incassi" è l'equazione che il portiere belga, e tanti altri, pensano spinga Ceferin e i suoi a organizzare il calendario annuale degli impegni calcistici. Ma il problema, purtroppo, non riguarda solo la UEFA e non è solo europeo.

In questa sosta per le nazionali, infatti, la CONMEBOL – esattamente come a settembre – ha incasellato tra le due giornate già in programma anche una tra le due perdute lo scorso marzo a causa della pandemia, con il risultato di sovraccaricare la già fitta agenda di impegni. E se a settembre la più penalizzata era stata la Juventus, con Allegri costretto a fare a meno di svariati titolari nella trasferta di Napoli, stavolta la più colpita è l'Inter.

I nerazzurri, infatti, avendo lo Sheriff il 19 ottobre per la Champions, anticiperanno a sabato l'impegno con la Lazio all'Olimpico (ore 18). Considerando che le gare di Argentina, Cile e Uruguay si disputeranno nella notte tra giovedì e venerdì, i cinque sudamericani (Vidal, Sanchez, Lautaro, Vecino e Correa) torneranno in Italia solo tra la notte di venerdì e la mattina del sabato. In parole povere, Inzaghi, nel tanto atteso incrocio con la sua ex squadra, con ogni probabilità dovrà fare a meno di cinque pedine molto importanti, se non decisive. E se le defezioni di Vidal e Vecino vanno a intaccare soprattutto il discorso rotazioni a gara in corso (con Sensi non al massimo dopo l'infortunio al ginocchio, l'unica alternativa resta Gagliardini), molto più complesso è il discorso che riguarda l'attacco.

Per il reparto avanzato, le uniche due opzioni restano Dzeko (sperando che stasera vada tutto liscio in Ucraina-Bosnia) e il giovane Satriano. Stop. Vista la gestione spericolata di Lasarte, dubitiamo che Sanchez torni in Italia fresco come una rosa: sarebbe già miracoloso vederlo in panchina all'Olimpico. E allora al tecnico nerazzurro non resta che valutare seriamente la staffetta programmata tra Lautaro e Correa: un rischio enorme, che infatti non è sicuro Inzaghi vorrà correre. In ogni caso – come appunto già capitato ad Allegri con il Napoli – la partita di Roma sarà pesantemente condizionata. Molto simile a una farsa.

Forse il calcio è del popolo (ride). Sicuramente non è dei calciatori.
Sezione: Editoriale / Data: Mar 12 ottobre 2021 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni
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