Una multa di 718mila euro e la rinuncia a tutti i ricorsi. Nel primo pomeriggio di ieri il Tribunale federale ha battezzato con questa decisione l'accordo trovato fra la Procura federale e la Juventus nell'udienza sull'ormai celebre 'manovra stipendi', il secondo filone legato all'indagine penale 'Prisma' avviata dalla Procura di Torino sul club bianconero.

Una 'decisione all'italiana' che crea un precedente giudiziario di importanza madornale: sulla carta, da ieri in poi, tutte le società calcistiche - di Serie A e non - potranno alterare a loro piacimento i bilanci (e nel caso della Juventus si parla anche di una società quotata in Borsa...), annunciando pubblicamente, ad esempio, lo slittamento del pagamento di alcune mensilità di stipendi dei propri tesserati poi però regolarmente bonificati. Magari dopo un accordo testimoniato da carte e scritture private firmate e controfirmate. A queste condizioni la pena sarà solo ed esclusivamente un'ammenda, una pacca sulla spalla e un applauso pubblico da una figura che dovrebbe fare da garante per la lealtà sportiva, come il presidente della FIGC.

"C'è un momento per la verifica, gli accertamenti e i giudizi ma anche uno per decidere e guardare al futuro con maggiore serenità, un momento per pensare alla progettualità, il tutto nel rispetto delle regole" il commento a caldo sulla vicenda di Gabriele Gravina, numero uno della Federcalcio, dopo la conferma del patteggiamento. Un atto che, ricorda Gravina, "è previsto dalle nostre norme, dal codice di giustizia sportiva, auspicabile e condiviso". Vero e lecito, ma va anche ricordato che un soggetto che patteggia per non essere punito sta indirettamente confermando il suo errore e ricorre, appunto, all'atto del patteggiamento. Per dirla in parole povere, non c'è traccia di un'ammissione di innocenza. Anzi, c'è un'ammissione di colpa. E fa dunque ridere (ma anche piangere) leggere uno stralcio del comunicato della Juventus in cui "la Società, pur ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive ha ritenuto di accedere all’applicazione di sanzioni su richiesta ex art. 127 CGS nei termini sopra indicati nel miglior interesse della Società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders (sia appartenenti al mondo dello sport che non)". Quindi la Juventus è innocente e ha operato correttamente, ma ha comunque deciso di patteggiare per un illecito non commesso. Mah. Va inoltre ricordato anche che per il filone plusvalenze sono stati inflitti al club bianconero 10 punti di penalizzazione: ergo, in questo secondo filone d'indagine, almeno tenendo conto del principio della proporzionalità, ci si sarebbe atteso ben altro, trattandosi di un illecito ben più grave. 

Sulla questione ci sarebbe tanto, troppo da dire e da scrivere, ma di sicuro ci saremmo volentieri risparmiati il presidente della FIGC che parla di "risultato più bello per il calcio italiano". Dimenticando tra l'altro che proprio quest'anno, giusto per fare un esempio, tre squadre del nostro Paese attendono di giocare una finale di Champions, una di Europa e una di Conference League. E non l'ennesimo processo della loro storia. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 31 maggio 2023 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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