Iniziamo questo editoriale con gli applausi al Pordenone. La compagine friulana, che milita in Lega Pro, ha clamorosamente vinto ieri a Cagliari e martedì 12 dicembre sbarcherà al Meazza per affrontare l'Inter negli ottavi di finale di Coppa Italia a eliminazione diretta. La Beneamata non sfidava una squadra di terza divisione negli ottavi della Coppa Nazionale dalla stagione 1998-99, quando si disputò Inter-Casteldisangro con partite di andata e ritorno. Il turno fu naturalmente superato, ma non si trattò di una passeggiata visto che i nerazzurri vinsero solo 1-0 a Milano per poi pareggiare 1-1 al ritorno. Appuntamento al 12 dicembre, dunque, per una partita che non si può certo paragonare ad una finale mondiale come... Benevento-Milan, ma che andrà affrontata con la massima concentrazione perchè la Coppa Italia è un obiettivo, ma anche per rispetto dell'avversario.

Dicevamo del Cagliari, l'ultima vittima in campionato della banda Spalletti. Alla Sardegna Arena l'Inter si è andata a prendere ciò che voleva contro una squadra che nei primi venti minuti sembrava poter dilagare. Sardi in pressing alto, sovrapposizioni, copertura totale del campo contro un'Inter che pareva il generale Custer al Little Bighorn, circondato da pellerossa arrembanti da ogni parte. Ma Luciano Spalletti non ha avuto la presunzione dell'arrogante comandate del settimo cavalleggeri americano, il generale nerazzurro si è saputo adattare alla situazione e, sfruttando anche una super parata di Handanovic che ha evitato il vantaggio degli isolani, si è messo a specchio con l'avversario ricorrendo alla difesa a tre o tre e mezzo, a seconda di come si stesse sviluppando la gara. Da quel momento la partita è cambiata e si aveva il sentore che prima o poi sarebbe arrivato il gol che avrebbe indirizzato la sfida a favore dell'Inter. Il morso letale lo ha dato il solito Icardi, lo ha imitato nella ripresa un Brozovic finalmente entrato in campo con lo spirito giusto e dopo la rete di Pavoletti che riaccendeva le speranze dei padroni di casa, ancora Maurito ha scaraventato la palla in rete dimostrando che al momento, pochi al mondo lo possano eguagliare in bravura ed efficacia all'interno dell'area di rigore.

Quindici reti in quattordici partite per il bomber nerazzurro. Sfatato il tabù del gol su azione in trasferta che mancava da tre mesi. Raggiunto Immobile in cima alla classifica dei cannonieri. Mauro Icardi è diventato il leader tecnico, oltre che il Capitano di questa squadra. Non ruba l'occhio l'Inter, ma vive di sostanza e solidità. Finalmente esiste un gruppo dove il “noi” prevale sull' “io”, dove l'impegno è massimale per novanta e passa minuti, dove umiltà e consapevolezza, di pregi e limiti, marciano di pari passo.

Quest'Inter non conosce sconfitta, non la contempla, gioca le partite indirizzandole, governa gli episodi, lascia ai detrattori il compito di parlare di fortuna o di compiacenze arbitrali. Si divertono? Lasciamoli fare. Rosicano? Idem. E' bello leggere la classifica dopo ogni gara, lo “score” recita: undici vittorie e tre soli pareggi. Ma Spalletti entra nuovamente in scena tenendo alta la tensione, non permettendo di cedere ai facili entusiasmi. Come? Interrogandosi sul perchè per tre volte la sua squadra non abbia vinto. Così si torna grandi come blasone impone.

Torniamo all'attualità. A Cagliari sono scattate le ammonizioni che hanno portato alla squalifica i diffidati Miranda e Gagliardini, si è infortunato Matias Vecino, anche se fortunatamente il prezioso centrocampista uruguaiano potrebbe anche essere convocato per la prossima gara di San Siro con il Chievo. Contro i veneti Spalletti dovrà comunque ridisegnare difesa e centrocampo e non sarà facile ottenere lo stesso risultato in termini di rendimento visto che finora si è scelta la linea dei soliti unidici o quasi, vedi ballottaggio Santon-Nagatomo per il ruolo di esterno basso a sinistra. Spalletti rassicura dicendo: “Ora vedrete di cosa sono capaci gli altri, quelli che che giocano meno, anche per colpa mia. Perchè meriterebbero di più”. Il pensiero corre ad Andrea Ranocchia che potrebbe tornare in campo facendo coppia con Skriniar.

Andrea si è reinnamorato dell'Inter. Dopo ogni partita, passata in panchina, scrive un tweet di incoraggiamento alla squadra, parla dei traguardi da raggiungere con la maglia nerazzurra. Non so se Spalletti farà giocare Ranocchia o, considerandolo magari più un vice Skriniar, sposterà D'Ambrosio al centro della difesa. Nel caso di utilizzo sarebbe però bello vedere entrare in campo Andrea accompagnato da applausi convinti e non da scetticismo. Cosi come per chi dovrà sostituire Gagliardini e, forse, Vecino. Brozovic? Joao Mario? Entrambi? Poco dovrà importare. Massimo sostegno ed eventuali critiche o mugugni, solo alla fine.

Il momento è caldo, domenica alle 15 il Meazza si riempirà nuovamente per sospingere l'Inter alla vittoria. Già sapendo cosa siil risultato di Napoli-Juventus, di scena venerdì al San Paolo. Altri tre punti sarebbero la ricetta giusta per poi presentarsi sabato nove dicembre all'Allianz Stadium, tana della Juventus. Quella sera arriverà a Torino una banda di brutti, sporchi e cattivi che avrà voglia di disturbare, e tanto, gli eterni rivali. Ma intanto sotto con il Chievo. Mordi e fuggi, Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 29 novembre 2017 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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