Reputo Simone Inzaghi un grande allenatore. L’ho criticato quando era giusto – a mio avviso – farlo, l’ho difeso quando gli venivano imputate colpe non sue. Lo stesso vale anche per Antonio Conte, che all’Inter, almeno in Italia, ha fatto benissimo. Sono due grandi professionisti e i risultati ottenuti da entrambi si vedono. Siccome però a Milano è tempo di bilanci, paragoni e consultivi, mi sembra giusto ribadire e sottolineare come l’Inter di Inzaghi abbia probabilmente mostrato il più bel gioco d’Italia degli anni 2000. Riuscendo anche ad essere protagonista in Europa con attori protagonisti sicuramente importanti, ma dai quali non si pretendeva di certo di vincere il campionato a mani basse, in faccia al Milan e dando 25 punti alla Juventus, o di arrivare all’ultimo atto della Champions League. Quella di Conte, sicuramente più pragmatica, non è che giocasse male, perché se sfrutti al meglio le ripartenze e riesci a essere letale spesso e volentieri, significa che hai uno stile efficace. E pure questo conta. Tantissimo.

Però esteticamente e a livello di divertimento puro direi non ci sia storia. De gustibus non disputandum est. In più l’Inter di Inzaghi, con 92 punti, ha già superato i 91 di quella di Conte, quindi anche i numeri sono dalla parte del tecnico piacentino e degli attuali idoli dei nerazzurri. Il ciclo sembra davvero poter proseguire e regalare nuove gioie ai tifosi della Beneamata. L’obiettivo per la prossima annata sarà quello di provare a vincere il Tricolore numero 21, la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana, oltre al fare bene in Europa e al Mondiale per club. In attesa di quel che sarà altre feste e premiazioni. Perché quest’Inter ha davvero scritto la storia. E se ne sono accorti tutti. Da chi ha il nerazzurro nel cuore, a chi impazzisce letteralmente vedendo gli storici rivali vincere e ancora vincere.

A proposito, i complimenti ufficiali del club di Viale della Liberazione alla Juventus per la vittoria della Coppa Italia potrebbero essere presi da esempio da chi invece continua a far finta di nulla. O forse teme che presto tale dispiacere possa diventare un’amara abitudine.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 17 maggio 2024 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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