La sosta per le Nazionali, spesso e volentieri, è motivo di frizione per supporters e dirigenti. I tifosi non sopportano di dover attendere un paio di settimane prima che la propria squadra del cuore torni in campo. Mentre chi lavora per i club, giustamente, teme che i propri tesserati possano soffrire infortuni di vario genere.

Ci sta. D’altra parte sono i club a pagare lo stipendio dei calciatori. Che come spiegato più volte legittimamente da Marotta, sono un bene prezioso per le società.

A tal proposito i calciatori dell’Inter, ultimamente, non è che siano stati propriamente “fortunati”. Anzi. L’emblema è il K.O. di Sanchez col Cile, che di fatto ha privato Antonio Conte di un elemento prezioso per quasi un terzo di stagione, tra tempi di recupero e potenziale ricadute.

Anche a quest’ultimo giro i nerazzurri hanno dovuto pagare dazio. Aleksándar Kolárov e Marcelo Brozovic risultano ora positivi al Covid-19. Su Gagliardini, fortunatamente, l’esito del tampone è stato errato e quindi il centrocampista potrà essere a disposizione del mister già per la sfida contro il Torino. Mentre Andrea Pinamonti è rientrato in Italia sofferente per la botta presa con l’Under 21.

Ma in questo editoriale vorrei porre l’accento sul come gli atleti della Beneamata siano stati praticamente tutti decisivi con le proprie rappresentative nelle ultime gare con rispettive selezioni.

Partiamo dall’Italia. O da quella che quasi provocatamente chiamo ItalInter. Solo pochi anni la società meneghina veniva attaccata per i troppi stranieri in rosa. Oggi invece che parecchi giocatori azzurri provengono proprio dalla Milano Nerazzurra, nessuno, o quasi, fa i complimenti a Marotta per questa inversione di tendenza. Io resto convinto del fatto che l’importante sia avere atleti di rilievo, a prescindere dal luogo di nascita. Ma tant’è. I fatti parlano chiaro. Nicolò Barella è una colonna dell’11 di Mancini. Alessandro Bastoni lo diventerà. Non è stato pagato 80 milioni come De Ligt. Né finora è stato esaltato dalla stampa come Romagnoli. Ma non ha nulla da invidiare alla stragrande maggioranza dei difensori della Serie A. E il futuro è suo. D’Ambrosio resta un elemento che fa comodo a tutti. Stesso discorso per i già citati Gagliardini e per Pinamonti con l’Under 21, in gol nella decisiva vittoria contro il Lussemburgo.

In giro per l’Europa intanto Milan Skriniar e Stefan de Vrij hanno dimostrato di esser performanti anche nella difesa 4. Mentre Romelu Lukaku continua ad infrangere record su record con il Belgio. Un discorso a parte lo merita Christian Eriksen. Il danese con gli scandinavi è un fuoriclasse. Impossibile pensare sia scarso, può e deve fare la differenza anche in nerazzurro.

Dall’altra parte del mondo Lautaro e Vidal, a suon di gol, hanno evidenziato ancora di più le proprie qualità. Come Hakimi col Marocco.

Insomma, come in tutte le cose, dipende come una questione venga affrontata e valutata. Le Nazionali possono essere un fastidio certo, ma questa volta a me sembra solo una certificazione delle capacità dei tesserati nerazzurri.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 20 novembre 2020 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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