I più pessimisti avranno fatto subito un paio di accostamenti. "Ecco, il ko con l'Udinese mi ricorda quello col Sassuolo di due anni fa” oppure "L'Udinese come la Samp dell'anno scorso". Ci giuriamo. Che i nerazzurri abbiano un po' mollato dopo lo straripante 5-0 al Chievo e il pareggio ottimo dell'Allianz Stadium? Mah. Illazioni, supposizioni, previsioni nefaste. Ci sta. In fondo, il tifoso nerazzurro è da sempre scettico e malfidato anche nei momenti di massimo splendore, figurarsi dopo anni di vacche magre. Però calma, un momento, ragioniamo.

La storia ci insegna la circolarità degli eventi, ma anche il progresso e il miglioramento. Se fino a tre giorni fa parlavamo di un'Inter più matura, adesso non sarà un ko a farci cambiare idea. Come servivano svariate prove per farci asserire quanto questa squadra fosse migliorata rispetto al recente passato – e ci sono voluti cinque mesi per convincerci – adesso lo stesso discorso deve valere all'opposto. Se è vero che una rondine non fa primavera, è anche vero che se per un pomeriggio non vediamo alcuna rondine non significa automaticamente non sia primavera.

L'errore da non commettere è quello di pensare che fosse tutta un'illusione. Niente affatto. Non è stata un'illusione il successo dell'Olimpico; non è stata un'illusione il 3-2 nel derby; non sono state illusioni gli 0-0 imposti a Napoli e Juventus sui loro campi. Adesso è il momento di dimostrare davvero che il passato è passato e che questa è una nuova Inter.

E una mano dovrà arrivare anche da Suning, che a gennaio dovrà completare la rosa con quel paio di accorgimenti. Un difensore centrale per non rischiare nulla e un trequartista in grado di saltare l'uomo, di inserirsi in area coi tempi giusti, di legare il gioco e di andare in rete con una certa regolarità. Va bene Bastoni per la difesa. Va benissimo Pastore per la trequarti. Il Flaco, più di Özil per dinamiche contingenti e molto più di Ramires per caratteristiche tecniche, si riadatterebbe senza sforzi al calcio italiano e si calerebbe alla perfezione negli schemi di Spalletti. L'argentino sembra fatto apposta per colmare quella lacuna nota da agosto.

Ed è esattamente questo ciò che serve al tecnico di Certaldo che, giustamente, rivendica il suo lavoro e chiede un piccolo sforzo alla proprietà per rifinire l'opera e compiere "il passettino" decisivo. In questo senso, il ko con l'Udinese potrebbe risultare salutare in quanto testimonianza concreta dell'incompletezza della rosa nerazzurra. Se in Corso Vittorio Emanuele sapranno cogliere il segnale, allora – magari – a maggio si guarderà a questo stop come al momento di riflessione necessaria per individuare il percorso corretto. Sempre che si voglia puntare allo scudetto.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 19 dicembre 2017 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print