Una serata calcisticamente gradevole, in perfetta sintonia con l'ultimo periodo in casa Inter. Le vittorie contrinuano ad arrivare con continuità, tra campionato e Champions League siamo a 6 più il pareggio di Barcellona che ha comunque il sapore del trionfo. Poco da girarci intorno, la squadra nerazzurra è tornata a mostrare il vestito buono, quello elegante dei grandi appuntamenti che a tratti acceca per cotanta bellezza. Contro la volenterosa Sampdoria di Dejan Stankovic (giù il cappello), i ragazzi di Simone Inzaghi, come seduti su un'altalena, si sono dati un'ulteriore spinta con i reni per mantenere ampio l'arco virtuale creato tra andata e ritorno, assicurandosi una vittoria pesante e tutt'altro che scontata, divertendo al contempo il pubblico sugli spalti (oltre 73 mila spettatori) e rinvigorendo la sensazione che il peggio sia ormai, definitivamente, alle spalle.

Le vittoria del Napoli sul Sassuolo che ha spinto i partenopei a un momentaneo +11 e quella della Juventus a Lecce che ha permesso ai bianconeri il sorpasso in classifica sono stati ulteriori incentivi a chiudere quanto prima la pratica blucerchiata, e fa molto piacere che a mettere la prima pietra su questa vittoria sia stato Stefan de Vrij, spesso al centro di malumori e soppiantato dal pur affidabile Francesco Acerbi. L'olandese non ha vissuto un periodo brillante, ha anche commesso degli errori ma oggi sta bene, è in forma e fa tutto con la sicurezza dei bei tempi. Notizia rilevante in vista del rush finale pre-Mondiale. 

Inutile ribadire lo stato di grazia di Nicolò Barella, autore dell'ennesimo gol di questa stagione in barba a chi gli faceva pesare lo scarso apporto nei tabellini dei marcatori. Nessuno si offenda, anche togliendosi la sciarpa da tifoso è evidente come oggi il classe '97 sardo sia, per prestazioni e bilancio personale, il miglior giocatore con passaporto italiano. Non si accettano contraddittori, non in questo momento. Salta ancora una volta all'occhio la profonda alchimia creatasi a centrocampo, sorprendente considerando che Hakan 'Cialda croccante' Calhanoglu sta giocando da tempo fuori ruolo. L'ingresso di quel piccolo genio calcistico di Henrik Mkhitaryan ha agevolato la crescita naturale di un'intesa a cui, sembra incredibile, Marcelo Brozovic dovrà adattarsi al suo rientro.

Un pensiero dopo questa serata di festa nerazzurra va anche a un altro giocatore in difficoltà, quel Joaquin Tucu Correa che qualunque cosa provi a fare non gliene va mai bene una. Pochi dubbi sul fatto che ormai abbia addosso l'etichetta di 'epurabile', i tifosi hanno esaurito una grande porzione di pazienza e ogni suo errore va a toccare un vero e proprio nervo scoperto. Però quel coast to coast concluso stupendamente con una fiondata sotto la traversa a riappacificato l'argentino con il pubblico, almeno per una sera. Un gol difficile da dimenticare per il diretto interessato e per chi l'ha visto dal vivo, allo stadio. Perché dalla tv è difficile cogliere il dettaglio della fuga interminabile che sembra non dover finire bene ma che poi ti sorprende.

Nota a margine: a turbare il clima della serata, il grave fatto di cronaca che ha coinvolto Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà nerazzurro, ucciso in una sparatoria nel quartiere Figino a Milano. Episodio cui ha fatto da megafono, autentico ossimoro, il silenzio della Curva Nord per tuta la partita. Fino alla decisione di abbandonare il settore e uscire di scena. Di fronte a certi fatti, probabilmente il silenzio è la migliore risposta, però siamo sicuri che privare l'Inter del proprio supporto sia stato il modo migliore per manifestare rispetto verso chi ha fatto di quel supporto una ragione di vita? Ognuno è libero di farsi la sua idea.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 30 ottobre 2022 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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