Se un campione come Christian Eriksen, 27 anni, dopo aver chiuso la sua esperienza al Tottenham sceglie l'Inter, vuol dire che la svolta è scattata. Stiamo parlando del cosiddetto top player che sino a un anno fa sarebbe stato inavvicinabile, non solo per i costi, ma anche e forse, soprattutto, per il diverso appeal che a livello europeo potevano vantare altri club che vanno per la maggiore. E invece, dopo tre anni, l'arrivo di Suning sta riportando definitivamente l'Inter a contare, come storia e blasone impone. Ora l'Inter diventa approdo appetibile anche per chi è abituato a calpestare l'erba in campionati più ricchi e spettacolari di una serie A che, purtroppo, non è più quella degli '80 e '90, quando l'Italia era la vera meta di fuoriclasse come Maradona, Zico, Rummenigge, Platini, Falcao, Gullit, Van Basten e bastano questi nomi per dare l'idea di cosa fosse il nostro campionato. Ma da troppi anni in serie A ci sono più problemi da risolvere che cose belle da mostrare, gli stadi, nonostante un graduale miglioramento dei dati riguardanti le presenze, faticano a riempirsi e la maggior parte delle partite hanno l'effetto di un buon sonnifero che ti fa addormenatare sul divano con la tv ancora accesa.

L'Inter invece piace perchè va in controtendenza. Già il fatto che uno stadio come il Meazza, considerato la Scala del Calcio (a prescindere da quello che accadrà al Tempio), sia sempre pieno quando gioca la Beneamata, rappresenta un buon biglietto da visita da presentare al campione che può fare la differenza. Con l'avvento di una proprietà ricca e ambiziosa come Suning, che ha avuto comunque l'umiltà di calarsi in un mondo completamente diverso per cultura e tradizioni, l'Inter si è trasformata in un club al passo con i tempi, anche se questi tempi possono non piacere del tutto ai romantici e nostalgici delle proprietà del passato, con un presidente tifoso pronto a sborsare di suo per regalare gioie ai tifosi e, quindi, a sé stesso. Ma l'avvento del financial fair play, i mutamenti socio-comomici che hanno toccato anche un business anomalo come il calcio, hanno imposto la svolta e Moratti prima, Thohir dopo, sono stati abili a pilotare il passaggio di consegne, andando a pescare il biglietto fortunato in quel di Nanchino.

Tornare in Champions League dopo anni di assenza il primo obiettivo, raggiunto nelle ultime due stagioni anche se poi il cammino si è purtroppo interrotto per due volte consecutive nella fase a gironi. C'è l'esigenza di alzare l'asticella, anche in un campionato vinto nelle ultime otto stagioni dalla Juventus, con il rischio che lo strapotere bianconero possa diventare alibi per gli avversari abituatisi all'idea che il loro “scudetto” sia ormai un piazzamento per andare nella Champions che regala soldi e prestigio. No, l'Inter di Suning non vuole entrare in quest'ottica e per questo, dopo aver raggiunto l'obiettivo minimo, ha dato un accelerata alla sua azione ingaggiando un dirigente importante come Marotta e un allenatore come Antonio Conte, un top della panchina, uno che sa come si vince, uno che regala continui stimoli a squadra e società.

L'Inter ha terminato il girone di andata con 46 punti, solo due in meno dello squadrone che ostenta campioni in campo e in panchina e che vanta tra le sue fila un certo Cristiano Ronaldo. Conte ha scelto la doppia strategia: ai giornalisti parla sempre di progetto di crescita e della necessità che l'Inter diventi innanzitutto credibile, poi si gira e ai suoi dirigenti chiede di portargli giocatori che possano contrbuire a vincere già quest'anno. Adrenalina continua anche in società, quindi. La dirigenza legge il momento, fiuta la possibilità di poter migliorare la squadra senza attentare ai conti e si sta muovendo con quella autorevolezza capace di convincere anche un grande nome come quello di Chrstian Eriksen che oggi, decisione di Mourinho, contro il Middlesbrough, nella FA Cup inglese, dovrebbe giocare la sua ultima partita con la maglia degli Spurs.

Intanto è stato ufficializzato Ashley Young, trenquattrenne ormai ex capitano del Manchester United, altro nome importante per garantire sugli esterni competività nell'ultima fase della stagione. Il nuovo stop riguardo lo scambio Politano-Spinazzola blocca, per ora, l'arrivo di Olivier Giroud, il profilo scelto da Conte per dare un'alternativa al grande Romelu Lukaku. Ma sappiamo come nel mercato le cose possano cambiare di minuto in minuto, l'importante che l'Inter sia sempre presente, vigile e protagonista. Dopo il brillante passaggio di turno in Coppa Italia ai danni del Cagliari, i nerazzurri partono oggi alla volta di Lecce dove domani alle 15 inizierà il girone di ritorno di questo campionato che promette una seconda parte scintillante. Antonio Conte torna a casa dove non è più amato. Motivo in più per salutare con una bella vittoria. In attesa che si completi al meglio il mercato della svolta.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 18 gennaio 2020 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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