Normalmente la discriminante per accettare questo o quel lavoro sono i soldi. Lo stipendio. Il vil denaro. In realtà però chi si ferma solo a questo ragionamento – qualora non sia costretto ad accettare qualsiasi incarico per poter sopravvivere, ma questo è un discorso diverso – per me sbaglia. E rischia seriamente di essere poi insoddisfatto della scelta effettuata (a meno che non ami solo ed esclusivamente il conto bancario). Pensate quello volete, ma credo sinceramente sia davvero così. Certo, stesso impiego, stesso impegno, stesse condizioni, si va dove si guadagna di più, ovvio. Ma mica è così semplice.

Mi spiego meglio: siccome vuoi o vuoi il lavoro condiziona la vita, devi per forza prendere in considerazione più aspetti. In un impiego normale anche il quanto si spende e quanto tempo si impiega per arrivare in ufficio può essere importante e determinante. Così come l’eventuale tempo libero, le ferie, gli straordinari pagati, la passione nel fare quello che si fa e così via. Poi lavorare in un certo contesto piuttosto che in un altro, alla lunga, diventa fondamentale. Ma anche la qualità della vita diretta conseguenza dei propri impegni deve essere primaria. Guardate quanti calciatori si sono pentiti dell’Arabia, tanto per dire. E che dire delle famiglie? È impossibile non pensare al benessere dei tuoi cari, oltre che al proprio. Tutto questo per ricordare che molti calciatori che recentemente sono andati via dall’Inter – se non tutti – si sono pentiti della decisione fatta. Sapete a chi mi riferisco e non serve fare nomi.

Lautaro ad oggi è un grande capitano e simbolo dell’interismo. Se l’argentino pensa che la sua carriera, ma anche la vita privata, possano migliorare con un trasferimento dall’Inter, è giusto che saluti Milano e che insegua i suoi nuovi obiettivi. Se però il punto focale della situazione fossero solo i soldi, per me rimpiangerebbe a posteriori la scelta fatta. Perché per chi non arriva a fine mese 50 euro sono importantissime, qualche milione in più in un conto in banca sano e multimilionario gonfiano l’ego, ma non fanno tutta sta differenza. 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 31 maggio 2024 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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