Inter in difficoltà. Inutile nascondersi: il momento dei nerazzurri è delicato, perché perdere un derby porta sempre brutte giornate e riflessioni profonde. Di tempo, per la verità, ce n'è pochissimo: già domani i giocatori di Inzaghi torneranno in campo per il debutto stagionale in Champions League ospitando addirittura il Bayern Monaco. Non il più comodo degli avversari, tanto per usare un eufemismo. Ma la squadra deve rialzare subito la testa dopo il pesante ko contro i rivali cittadini. Un ko ben più incisivo nell'animo di quanto non dica il 2-3 finale.

All'Inter sono mancate tante qualità sabato scorso: determinazione, lucidità, lettura dei momenti... Un po' tutto, insomma. Troppi i singoli che hanno deluso, che si sono lasciati scivolare via il derby quasi senza reagire. Il sussulto è stato innescato dai subentrati Dzeko, Dimarco e Mkhitaryan, e per poco non ci scappava la rimonta. Troppe facce arrendevoli, troppi sguardi persi nel vuoto. Una squadra che ha dato l'impressione di essere sgonfia, priva di motivazione: francamente inaccettabile. E allora non è un caso se spifferi da Appiano Gentile raccontano di valutazioni da parte di Inzaghi anche in relazione a qualche "intoccabile". E il riferimento, nemmeno tanto velato, sembra essere indirizzato ai vari Handanovic, De Vrij e Barella, i più deludenti in assoluto. Nessuno mette in discussione il valore dei tre citati, ma è evidente che in questo frangente serve una scossa.

Ma non tutto si spiega così semplicemente. La verità è un'altra e va raccontata bene. Dopo il biennio di Spalletti e quello di Conte, lo scorso anno l'Inter ha iniziato il percorso con Inzaghi. Le premesse, specie ad ascoltare i soliti noti, erano pessime: c'era chi, dopo gli addii dell'ex c.t. azzurro, del suo staff, di Lukaku e di Hakimi, vedeva i nerazzurri fuori dal piazzamento Champions. Il grande lavoro di Inzaghi, unito alle motivazioni del gruppo, ha invece partorito una stagione positiva, che sarebbe diventata trionfale con la conquista dello scudetto sfuggito per pochissimi punti. Ma l'estate – l'ennesima – agitata non ha rinforzato la struttura, anzi. La sensazione è che tutto l'ambiente abbia patito le continue voci, di mercato e non solo: uno stato di "sospensione" che di certo non può generare tranquillità e consapevolezza. Inutile far finta di nulla: i problemi di Suning si riverberano in campo. Non è l'unica ragione di questo avvio di stagione stentato, ma certamente è quella più importante. È tempo di chiarire ambizioni e strategie: l'Inter è un club che a parole sbandiera obiettivi altissimi e anche in campo poi si pretende questa grandeur, ma poi agisce a livello di investimenti come se fosse una società di medio cabotaggio. "Il pesce puzza sempre dalla testa", si dice. Un motivo ci sarà.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 06 settembre 2022 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print