Provo ad immaginare se in un enorme vocabolario del mondo del calcio vi fosse una voce per ogni singolo giocatore, cosa ci sarebbe scritto a quella dedicata a Mario Balotelli. "Talento straordinario dai comportamenti bizzosi e dal carattere difficile", è quanto scriverei io per descriverlo in poche parole. Già, è proprio difficile descriverlo: quasi ogni giorno sentiamo parlare di lui, che sia per razzismo, per una sua prodezza sul campo, per qualche sua parola fuori luogo, per una multa, per storie di gossip, per atteggiamenti sbagliati nei confronti dell'avversario o del pubblico. Tralasciando tutti questi aspetti che andrebbero trattati singolarmente con molta cura, ultimamente da Mario è venuta fuori un'altra abitudine che forse più di qualunque altra ha fatto innervosire i tifosi, ma stavolta non quelli avversari per sfottò o brutti comportamenti, ma quelli propri, i tifosi interisti: l'abitudine di andare a vedere le partite del Milan, manifestando pubblicamente senza alcun problema quella fede rossonera che ormai tutti conoscono. Ecco, in questo momento parlo anche a nome di tanti altri interisti che la pensano come me: vedere Balotelli in tribuna a vedere i match del Milan, cosa che è accaduta ieri in Milan-Manchester ma che già si manifestò in occasione di Milan-Novara, gara di Coppa Italia, infastidisce non poco.

Per carità, nessuna colpa, nessun reato, nessuno intende accusare Balotelli per questa sua nuova abitudine, però a mio avviso Mario dovrebbe capire che andare allo stadio a vedere le partite dell'altra squadra di Milano, con cui vige una rivalità sportiva ormai da più di un secolo, non è proprio un atteggiamento che può far piacere. I tifosi interisti, e mi ci metto anche io, hanno incitato SuperMario all'inizio della sua avventura con la maglia nerazzurra, quando era un 17enne, lo hanno difeso nei momenti più difficili e lo sostengono da una buona metà dell'Italia calcistica che lo critica per i suoi modi di fare, per il suo carattere, e per tanti piccoli gesti che fanno parte del personaggio, ma che non vanno d'accordo con quello che dev'essere il comportamento adeguato di un giocatore che rappresenta una società gloriosa come l'Inter. Eh sì, di questi tempi vale la pena ricordarlo: Balotelli rappresenta l'Inter, non il Milan. Ecco, vedere un giocatore che è cresciuto nelle giovanili dell'Inter, che è forse il simbolo più lampante del grande lavoro a livello di ragazzi della società nerazzurra e dunque non uno qualsiasi, andare a vedere le partite dell'altra squadra di Milano, non fa proprio piacere ai vertici societari innanzitutto, ed ovviamente anche ai tifosi.

Sia ben chiaro, quella di Mario è una semplice passione, ma per come la vedo io coltivarla così, in pubblico, quando rappresenti l'Inter e non il Milan, non è granchè rispettoso verso la società che ti rifornisce di uno stipendio da sogno ogni anno, e verso quei tifosi che in ogni occasione si sono schierati dalla tua parte. Non mi passa nemmeno per la mente di imporre ad un ragazzo di tifare per un'altra squadra, è una delle costrinzioni più assurde che possano esistere, però inizierei a fargli capire che il suo tifo milanista lo potrebbe tranquillamente esercitare tra le mura della sua villa: ad esempio, vi immaginate Lewis Hamilton, pilota della McLaren, che va a vedere la presentazione della nuova Ferrari? O Valentino Rossi che va ad ammirare le prove della Honda? Non sarebbe un comportamento bellissimo verso la propria tifoseria e verso la propria società. "Mario è fatto così, è una testa calda", mi risponde qualcuno: d'accordo, ma anche Cassano era una testa calda, e proprio attraverso un processo di educazione si è portato il ragazzo su una retta via, mi sembra che oggi non utilizzi più gli arbitri come attaccapanni ai quali lanciare la propria maglia, tranne che in rarissimi casi che l'indole della persona non permette di modificare.

Per questo dico, Mario Balotelli ha ancora 19 anni, siamo ancora in tempo per farlo maturare come si deve e per portarlo sui binari giusti, per farlo esplodere definitivamente e per non perdere un potenziale campione mondiale. E per farlo crescere, si parte dalle piccole cose: già iniziare a fargli capire il discorso delle partite del Milan sarebbe un passo in avanti, perchè anche se non è grave, e su questo siamo tutti d'accordo, il rispetto verso l'avversario che tanti dicono che non possiede, lo potrà ottenere solo dopo aver ottenuto il rispetto verso la propria gente e la propria società...

Sezione: Editoriale / Data: Mer 17 febbraio 2010 alle 00:12
Autore: Fabrizio Romano
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