L'adrenalina è ancora forte, quella tipica delle 'grandi' serate nerazzurre. Non è merito dei grandi, ma dei nostri giovani che concludono con l'urlo scudetto una stagione strepitosa. Triplete portato a casa: Supercoppa, Viareggio Cup e tricolore, c'è poco da aggiungere per non scadere nella retorica. Questi golden boy si confermano l'orgoglio della società nerazzurra, che si fregia dell'ennesimo titolo portato a casa da un'Academy modello per tutti. Il 2-0 all'eterna rivale Fiorentina, ottenuto solo nei tempi supplementari, è la fotografia del carattere degli Under 19, guidati sapientemente da uno Stefano Vecchi che ormai non fa più notizia. Prima di essere allenatore, ha dimostrato di essere innanzitutto un educatore, figura chiave a questa età. Basta ascoltare alcuni cazziatoni pubblici rivolti ai suoi ragazzi per stimolarli a non abbassare mai la guardia, a chiedere sempre di più a sé stessi, a migliorare senza fermarsi. A crescere, in altre parole. La risposta è stata eccezionale, come anche in passato da altri interpreti. E questo significa che gran parte del merito va a chi gestisce questo settore giovanile, da Roberto Samaden in giù, a uno staff che sa come aiutare i giovani a riconoscere le proprie qualità, ad andare oltre i propri limiti. Anche a vincere sul campo, il che non guasta mai. Ieri sera, al Mapei Stadium, l'Inter ha conquistato il suo nono scudetto Primavera, quinta squadra nella storia a fare doppietta. Onore ai viola, protagonisti di un percorso oltre le più rosee aspettative, ma incapaci di opporsi al destino che quando presenta loro di fronte i nerazzurri non dà scampo: terza finale persa negli ultimi 12 mesi contro l'Inter. Poco da aggiungere.

Passando all'aspetto pratico, il romanticismo di questo trionfo deve purtroppo lasciare spazio alle cosiddette cose formali. In altre parole, a un destino quasi certo per molti di questi ragazzi che ancora stanno festeggiando lo scudetto. La ragion di stato impone scelte dolorose e la dirigenza sa bene che dovrà sacrificare molti dei propri talenti in erba per sanare il bilancio entro il 30 giugno. Neanche il tempo di godersi questo momento di gaudio e molti di loro dovranno fare le valigie per tuffarsi nel mondo dei professionisti in club che hanno deciso di investire sulle loro qualità ancora solo in parte espresse. Serve realizzare plusvalenze senza rinunciare ai big della prima squadra, gli stessi con cui molti Under 19 si sono spesso allenati da luglio a maggio. Proprio per salvare i propri beniamini, i modelli cui hanno carpito molti segreti al Suning Training Centre, saranno i giovani a lasciare l'Inter. Pinamonti (ieri assente), Emmers, Bettella, Valietti, Zaniolo e chissà quanti altri giocatori della nostra Primavera verranno ceduti nei prossimi giorni ad altri club, con diritto di riacquisto. Un diritto che, purtroppo, spesso l'Inter non ha esercitato. Lo dice la storia, non è banale sensazione. Poi, la speranza che tra un paio di anni le finanze permetteranno di riportare a casa questi ragazzi resterà viva, ma ad oggi l'unica certezza è il loro sacrificio. Plusvalenza is the (only) way per uscire dalle secche del settlement agreement, Ausilio e Spalletti (ieri sera in tribuna festanti al Mapei Stadium) probabilmente non vorrebbero mai accettare questo doloroso compromesso, ma il futuro passa anche da queste scelte. Se ne andranno via, ma lo faranno da vincitori, da campioni di Viareggio e d'Italia, e non c'è modo migliore per uscire di scena in attesa di nuovi palcoscenici. Complimenti davvero, e grazie per le emozioni. E grazie anche a Vecchi, che probabilmente ha esaurito il suo straordinario ciclo da tecnico della Primavera. Lui, più di tutti, merita un passo avanti professionale: grande allenatore, grande uomo.

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 10 giugno 2018 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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