"Il mio cuore batte per la Lazio perché lì sono stato diversi anni, però professionalmente faccio anche un po’ il tifo per Lautaro, un giocatore importante della mia nazionale". Lo ammette Lionel Scaloni, commissario tecnico dell'Argentina intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

La Lazio può vincere il titolo?
"Sì. Superata la metà del torneo si è creata una chimica generale che può trasportare la squadra fino alla fine: c’è un clima di positiva euforia molto particolare, che coinvolge la squadra, il tecnico, i tifosi, la società che può fare miracoli e che si crea in ambienti che non hanno nulla da perdere, in gruppi che si ritrovano in una posizione di vertice inattesa e senza la pressione tipica che accompagna le squadre che partono con l’obbligo di vincere. La Juve ha l’obbligo di dover vincere e in parte può averlo anche l’Inter per storia e mercato. La Lazio no".

C’è un favorito chiaro in questa lotta a tre tra Juventus, Inter e Lazio?
"Credo che se la Juve gioca come deve vincerà il titolo. Poi è chiaro, la pressione è forte e la Juve vince da tanto quindi il rischio che abbiano la testa altrove c’è. Tutte queste cose possono rappresentare un vantaggio per Inter e Lazio però ripeto, se la Juve fa quello che deve fare, alla fine vincerà ancora".

Lautaro Martinez.
"Non dico che sia un giocatore già formato, pronto, ma quasi. È uno degli attaccanti del momento, sta in una grande squadra che difficilmente lo lascerà andar via ed è nel mirino di grandissimi club europei. Spero che continui così, per noi è una benedizione".

Ne avevate bisogno.
"Sì, l’Argentina ha sempre avuto grandi attaccanti. Il “problema” è che si trattava di giocatori di livello mondiale e il ricambio non era facile, la pressione derivata dal paragone su chi arrivava in nazionale è sempre stata molto forte. Mi sembra che Lautaro abbia talento e spalle sufficienti per proseguire il suo cammino individuale e in nazionale".

Leo Messi lo vede fuori dal Barcellona?
"Mi sembra ci siano solo speculazioni ma io non ci credo. Non parlo di queste cose con lui, mi auguro solo che sia felice, ma faccio fatica a vederlo altrove".

E Mauro Icardi?
"L’abbiamo sempre seguito e continuiamo a farlo. L’abbiamo convocato il primo anno, poi ha avuto i suoi problemi e abbiamo smesso di chiamarlo. Ora il nostro gruppo è formato però le porte sono aperte per tutti".

Sezione: Copertina / Data: Dom 16 febbraio 2020 alle 08:48 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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