Il primo squillo è arrivato dal Nuevo Gasometro di Buenos Aires, dove era di scena la Colombia di José Pekerman, impegnata nel test match contro la Nazionale della Giordania. Una pratica liquidata con un secco 3-0, anche se grazie all'ausilio di due calci di rigore, siglati da James Rodriguez e Juan Cuadrado. Ma proprio a ridosso del 90esimo minuto, arriva il sigillo finale, e che sigillo: un missile da oltre 30 metri scagliato con tutta la potenza possibile che lascia di sale il malcapitato portiere della squadra mediorientale Mohammad Shatnawi. Nello stadio del San Lorenzo, squadra di cui è tifoso Papa Francesco, Fredy Guarin si è inventato un gesto atletico che se non sembrasse troppo blasfemo si potrebbe anche definire divino. Un colpo da fuori che centra alla perfezione l'obiettivo, cosa che all'Inter durante gli anni gli è riuscita raramente, scatenando invece ironie e improperi da parte dei sostenitori interisti; un segnale importante, in primo luogo per il ct dei Cafeteros che al di là della rete ha visto il Guaro esibire un ottimo stato di forma. 

Qualche ora più tardi, da La Plata, arriva una risposta alla prodezza del colombiano, quella di Ricardo Alvarez. Impegnato dall'inizio nel corso dell'amichevole contro la Slovenia di Srecko Katanec, ha deciso di sbloccare le marcature con una conclusione simile per forza, distanza e potenza: quasi a voler battezzare il probabile ritorno all'Inter di Vid Belec, Ricky Maravilla gli dedica questa potentissima staffilata sul quale il portiere nell'ultimo anno all'Olhanense nulla può malgrado il tuffo disperato. Dato fino all'ultimo tra i possibili tagli di Alejandro Sabella dall'elenco dei 23, Alvarez ha voluto far capire al suo commissario tecnico di essersi meritato la convocazione finale e di essere pronto a dargli filo da torcere malgrado davanti a lui le gerarchie sembrano essere consolidate.

Ma oltre ai commissari tecnici e ai tifosi di Colombia e Argentina, a gongolare c'è anche l'Inter. Nello specifico, il direttore sportivo Piero Ausilio: perché, oltre a rallegrarsi delle prodezze dei suoi giocatori, l'uomo-mercato interista non può non tenere presente quanto mostrato dai due giocatori in chiave mercato. La storia è nota: vige la politica dell'autofinanziamento, occorre trovare un budget che consente di poter operare in entrata, e al di là degli sforzi di Erick Thohir per trovare fondi da nuovi finanziatori ci si deve basare anche e soprattutto sulle possibili cessioni. E in quest'ottica, i nomi più caldi sono proprio quelli di Fredy Guarin e Ricardo Alvarez. In modo particolare, impazzano le voci sul primo, dato nuovamente come obiettivo primario della Juventus dopo i noti fatti di gennaio. Già le prime indiscrezioni danno il club nerazzurro come disposto a concedere il Guaro ai bianconeri solo in caso di offerte pesanti o contropartite importanti come Claudio Marchisio (chiara lrovocazione), adesso che il giocatore si concede il lusso di esibire numeri di questo calibro indubbiamente la considerazione aumenta e chissà, la vetrina Mondiale potrebbe fare ulteriormente il gioco dei nerazzurri. Così come per Ricky, che piacerebbe molto a Jürgen Klopp, tecnico del Borussia Dortmund, ma anche all'Atlético Madrid; sono soltanto voci per il momento, ma un'eventuale buona figura in Brasile potrebbe fare scattare qualche scintilla reale.

In attesa di capire se anche Andrea Ranocchia potrà usufruire di questa benedetta chance azzurra, lui che in Brasile è partito con l'etichetta di 'riserva viaggiante' (con il Fluminense giocherà titolare, un segnale o solo voglia di preservare i titolari come fatto da alcuni colleghi di Cesare Prandelli?) e da lì poi intraprendere ogni tipo di discorso sul rinnovo, in casa Inter guardano al Mondiale che sta per partire anche sotto quest'ottica: vetrina per i propri giocatori, che possa portare ad un apprezzamento altrui, e non solo i complimenti degli addetti ai lavori...

 

Sezione: Copertina / Data: Dom 08 giugno 2014 alle 00:10
Autore: Christian Liotta
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