"Sì, adesso possiamo dirlo: questa è l’Inter di Chivu. E vederla è uno spettacolo". Lo scrive Fabio Capello sulle colonne della Gazzetta dello Sport.

"È bello vedere i giocatori che si stringono attorno al proprio allenatore come l’altra sera all’Olimpico, perché quello è un abbraccio che fotografa il legame che si è creato, ma è bello anche vedere giocare i nerazzurri, perché tutto ora funziona a meraviglia e la squadra continua a crescere. Di partita in partita, di vittoria in vittoria - si legge -. Questa è l’Inter di Chivu perché adesso tutti i giocatori, da Lautaro a Barella, da Bastoni a Calhanoglu e Dimarco, fino ai giovani esplosivi come Bonny e Pio Esposito, sono perfettamente sintonizzati con Cristian. Il quale in pochi mesi di lavoro ha portato a termine la missione più importante, e al tempo stesso più delicata, che il presidente Marotta e tutta la società gli avevano affidato: cancellare i ricordi e spazzare via i fantasmi dell’ultimo finale di stagione. Chivu ci è riuscito perché è entrato nella testa dei giocatori e ha riattaccato la spina. Non ha migliorato il livello, perché quello era già altissimo e il valore della rosa nerazzurra non si discute, ma ha migliorato l’autostima, questo sì, ed è un merito enorme".

Il segreto? Chivu ha coinvolto tutti nel progetto. "E l’effetto si vede durante le partite: da Sommer fino a Zielinski, tutti i giocatori dell’Inter si sentono partecipi e si mettono al servizio della squadra - puntualizza Capello -. Per un allenatore arrivato da poco tempo, questo è il successo più bello. Oltre allo spirito e alle risorse della rosa, poi, c’è il gioco, e anche in questo senso Chivu ha più di un motivo per sentirsi orgoglioso. Perché l’Inter pensa in verticale, pressa sempre in avanti e ha finalmente ridotto al minimo l’ossessione per la costruzione dal basso fine a sé stessa".

Sezione: Copertina / Data: Lun 20 ottobre 2025 alle 08:42 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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