"Una premessa è d’obbligo: io l’undici titolare dell’Inter lo confermerei in blocco. Questa squadra ha chiuso i due anni di Conte con grande consapevolezza, sapeva quando accelerare per far male all’avversario e portarsi a casa la vittoria. Peccato, con queste premesse si poteva fare pure un’ottima Champions". Comincia con queste parole la lunga intervista sulle possibili strategie dell'Inter rilasciata oggi da Beppe Bergomi a La Gazzetta dello Sport.

E invece siamo qui ad analizzare un nuovo restyling.
"L’Inter ha pagato più di tanti altri club la crisi dovuta alla pandemia. La scelta di Simone Inzaghi la reputo intelligente, è l’uomo giusto per ereditare il lavoro straordinario di Conte. Sistemi e principi simili, col suo arrivo sarà possibile ritoccare senza stravolgere".

Forse è scontato, ma chi è il suo imprescindibile?
"Beh, Lukaku è sicuramente l’uomo più importante da tenere in questo gruppo. E non solo per le capacità tecniche che gli vanno riconosciute, ma per tutto ciò che rappresenta oggi per l’Inter. Romelu è leader emotivo, ha sempre un atteggiamento positivo verso i compagni, è un punto di riferimento per tutti. Giocatore unico che con Conte è cresciuto tantissimo. Io non ho mai avuto dubbi sulla sua adattabilità al calcio italiano, perché da noi la fisicità paga sempre, come dimostra Ibra alle soglie dei 40. Però non conoscevo questa sua grande dote umana: fa squadra, trasmette valori, è il primo a sacrificarsi e a fare la corsa in più per il compagno. Bagnoli diceva sempre: “sono le punte quelle che ti fanno giocare bene”. Lukaku è l’espressione vivente di questo concetto".

Dunque Romelu medaglia d’oro. Poi chi mettiamo sul podio degli intoccabili?
"Un altro Hakimi non lo trovi in giro, con i suoi cambi di passo, assist e gol. Però mi rendo conto che un esterno così può far gola a tante big e può essere un tesoro per i conti. Mentre per nulla al mondo va toccato Barella: per continuità, qualità e personalità è unico. Può giocare in ogni ruolo in mezzo ed è un nazionale italiano: deve essere il simbolo del futuro".

Restano fuori nomi eccellenti, ne “salvi” solo uno.
"Ribadisco, io terrei tutti. Ma visto che non sembra possibile… dico Brozovic. L’Inter è diventata solida quando Conte è tornato al 3-5-2 riproponendolo in regia e a protezione della difesa. Con Inzaghi si terrà un assetto simile: Brozo sarebbe il suo Leiva, meno difensivo ma con più qualità nel palleggio. La difesa dell’Inter è forte ma va protetta: con i quinti che scalano, con coperture preventive. La Lazio si basava molto sull’attenzione difensiva, sulla copertura e le ripartenze. Brozo è fondamentale in questo. Poi in tanti sono stati preziosissimi, ma forse in qualche modo si potrebbe riuscire a trovare una soluzione anche senza. Per quelli che abbiamo citato, non credo sia possibile".

VIDEO - INTER, ANTONELLO TRACCIA LA VIA: "ECCO I NOSTRI OBIETTIVI FUTURI"

Sezione: Copertina / Data: Sab 29 maggio 2021 alle 11:10
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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