Stramaccioni sorprende. Non del tutto, visto che l'idea del tridente balenava da giorni nella mente dello "spensierato" tecnico. Anzi, stando alle parole del presidente Moratti, la scelta di schierare insieme Cassano, Milito e Palacio, contro l'imbattuta Juve, era già stata presa mercoledì, dopo la bella prestazione con vittoria sulla Samp. Sorprende perché stavolta l'Inter deve vedersela con un'avversaria che ha nei suoi palleggiatori a centrocampo la chiave di tutto il meccanismo di squadra. Ed è qui che Strama la vince, annichilendo il gioco dei bianconeri e imponendosi a Torino, rendendo la Juve irriconoscibile.

L'Inter scende in campo quindi con il 3-4-3: con questo modulo, Strama ha più volte spiegato di preferire una mediana solida e di contenimento, come quella formata stasera da Cambiasso e Gargano. Fuori così Guarin (il cui ingresso sarà fondamentale nella ripresa). La mossa è quella di aggredire subito, senza paura, gli uomini di Conte. Mentre la Juve si schiera con un 3-5-2 consolidato: Vidal, Marchisio e soprattutto Pirlo come fabbrica di idee per la coppia d'attacco Vucinic-Giovinco.

I piani dei nerazzurri si complicano al pronti, via, dopo appena 18 secondi. Scambio stretto davanti fra Vucinic e Asamoah, tagliata la diga dell'Inter che è incolpevole, così come la difesa, visto il palese fuorigioco non segnalato. La rete di Vidal cambia la partita. Avrebbe tagliato le gambe a chiunque, non a questa Inter che spinge contro una Juve adesso chiusa sulla difensiva. I bianconeri in avanti si affacceranno solo a causa di disattenzioni della retroguardia di Strama. Pirlo, che avrebbe dovuto tessere le trame dei suoi, viene costantemente tenuto d'occhio da Palacio, l'uomo in più, instancabile, sulla trequarti e in avanti.

Perdipiù i nerazzurri ostacolano a tutto campo i tentativi di costruzione della manovra bianconera. Distanze corte, marcature strette e pressing asfissiante sui primi portatori di palla. Buffon è costretto al rilancio lungo, che diventa spesso preda delle rocce difensive nerazzurre. Davanti si fa fatica nel concludere, ma l'azione carbura. Cassano e Palacio svariano per allargare le maglie bianconere, con Cambiasso che fa da tramite fra centrocampo e attacco. La battaglia si gioca in mezzo con i polmoni di Gargano e l'interdizione del Cuchu. Pochi spazi sulle corsie dove Zanetti deve tenere d'occhio Asamoah, mentre il ghanese deve rinculare per aiutare la propria retroguardia a difendere sul tridente. 

Nella ripresa, la gara si continua a giocare sotto il profilo agonistico e della concentrazione. Sale alto anche Nagatomo, ora è quasi una partita a scacchi. Dopo il rigore di Milito, scaturito da brillante schema su punizione, Strama gioca la mossa Guarin (subentra al posto di Cassano). Con il colombiano e il passaggio a 3-5-2 l'Inter da velenosa diventa letale. Il Guaro soffia via palla a Vidal, una delle menti assenti di questa Juve, e dà il la con una caparbia azione personale al 2-1 del Principe. La Juve, rimontata in casa e incapace di reagire, smarrisce definitivamente la bussola. La reazione è sterile, la sostituzione Quagliarella-Caceres disperata. Strama mette altra forza in mezzo al campo con l'ingresso di Mudingayi, esce da eroe Milito. Il 3-1 da manuale del contropiede detta nuova legge allo Juventus Stadium: qui comanda Strama.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Dom 04 novembre 2012 alle 02:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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