Rispetto alle previsioni, Leonardo contro il Napoli opta per la miglior formazione possibile e presenta un 4-3-1-2 con Kharja nel ruolo di trequartista, con libertà di svariare in attacco ma anche con compiti di ripiegamento. Classico 3-4-2-1 per Mazzarri, con Lavezzi spostato al centro e Zuniga alle sue spalle, largo a sinistra, mentre Hamsik agisce nella zona opposta. L’inizio è abbastanza letargico, l’Inter lascia troppo soli i due attaccanti, dei quali Milito agisce spesso largo per difendere il pallone e attendere gli inserimenti centrali dei compagni, mentre Eto’o svaria tra centrocampo e area di rigore avversaria. Appare evidente però che il baricentro nerazzurro sia troppo basso e che la rete di Eto’o sia casuale e non frutto di una spinta costante offensiva.

Dal canto suo, il Napoli agisce molto sulla destra dove Maggio mette in difficoltà Nagatomo, però al momento del cross non trova compagni nel cuore dell’area pronti a supportarne le intenzioni. Dopo lo svantaggio, la squadra di Mazzarri sale e aumenta il pressing sui portatori di palla avversari, costringendoli spesso a perdere palla. Complessivamente, a un’Inter più ragionatrice e manovriera, fa da contrasto un Napoli più aggressivo ma anche pasticcione, almeno fino al pareggio rocambolesco di Zuniga.

Un pari che ha l’effetto di anestetico sul secondo tempo, con il risultato che va palesemente bene a entrambe le squadre, le quali badano più a mantenere il possesso del pallone che a portarlo nella metà campo avversaria. Gli ingressi di Pazzini per Eto’o e di Yebda per Zuniga, tatticamente, non cambiano nulla, così come quelli successivi di Mariga per Cambiasso, Samuel per Ranocchia, Sosa per Hamsik e Vitale per Dossena.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Lun 16 maggio 2011 alle 08:50
Autore: Fabio Costantino
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