Riparte la Serie A anche per l’Inter, a San Siro contro il Lecce. Con un nuovo allenatore, tra nuovi acquisti e qualche cessione. Con un nuovo modulo, il 3-5-2, proposto da Antonio Conte sin dai primi istanti del suo approdo in nerazzurro. E, per la prima stagionale, con il forfait dell’ultimissimo minuto di De Vrij, il neo tecnico si affida al terzetto difensivo formato da D’Ambrosio-Ranocchia-Skriniar, davanti a capitan Handanovic. Candreva e Asamoah ‘quinti’ di un centrocampo guidato da Brozovic e completato da Vecino e Sensi, una delle due novità arrivate dal mercato in campo dal 1’. L’altra è rappresentata da Lukaku, in attacco a far coppia con Lautaro. 4-3-2-1 per il neopromosso Lecce di Liverani: Tachtsidis in cabina di regia, Falco e La Mantia alle spalle di Lapadula. Rossettini-Lucioni al centro della difesa, Gabriel in porta.
PRIMO TEMPO - Al cospetto di un Lecce propositivo, la partenza dell’Inter è molto decisa, guidata dalla regia di Brozovic. Il croato, in un confronto ricco di tanti duelli individuali, è il più libero - almeno in prima battuta - di gestire il pallone. Il tridente offensivo ospite ‘osserva’ la difesa nerazzurra, mentre Sensi e Vecino sono controllati rispettivamente da Petriccione e Majer. E il gioco degli uomini di Conte si sviluppa spesso sulle corsie laterali, dove Candreva e Asamoah trovano tempi e spazi giusti per allontanarsi dalla marcatura dei due terzini avversari, costretti ad abbassarsi con l’avanzare della compagine di casa. Grazie a una manovra palla a terra o attraverso precisi cambi di gioco, i due ‘quinti’ nerazzurri vengono coinvolti quasi ad ogni azione, e ricorrendo a tratti anche a qualche 1vs1 degno di nota, arrivano sul fondo con pericolosità. L’alternativa di gioco proposta dagli uomini di Conte è rappresentata dalla ricerca ‘improvvisa’ e immediata delle due punte, molto vicine e pronte a duellare con la retroguardia ospite attraverso movimenti a ‘esca’ e tagli decisi a scomporre il pacchetto difensivo leccese, comunque molto attento e ordinato. Lautaro e soprattutto Lukaku si rendono molto utili anche nella propria metà campo, per trasformare l’azione difensiva in offensiva. Il vantaggio dell’Inter arriva, comunque, grazie a una delle numerose iniziative dei due esterni, accompagnate dalla proiezione offensiva di quasi tutti i compagni e favorite dal conseguente abbassamento e dalla ‘concentrazione’ per vie centrali degli avversari. Il ghanese, imbeccato da Candreva, scarica per l’accorrente Brozovic, perfetto nel far girare il pallone sul secondo palo alle spalle di Gabriel. Il raddoppio arriva qualche minuto dopo, con un altro centrocampista, Sensi, bravo a proporsi tra le linee e spettacolare nel trasformare un primo tiro ribattuto in una serpentina completata da un diagonale chirurgico. Rispettando le contromosse della squadra guidata da Liverani, con le combinazioni - soprattutto sulla corsia di destra - tra terzino, mezzala e trequartista, i padroni di casa controllano il match, mostrando consapevolezza e voglia di aggredire l’avversario. A partire dalla rimessa dal fondo del portiere leccese, con Brozovic a prendere il mediano basso opposto, Tachtsidis. L’Inter soffre qualche iniziativa di Falco in ripartenza, ma conclude la prima frazione in vantaggio di due gol.
SECONDO TEMPO - Gli ospiti provano a rientrare in partita, affidandosi alla verve del proprio numero 10, che mette in apprensione la retroguardia di casa. Allo stesso tempo, però, i giallorossi si prestano a immediati ribaltamenti di fronte nerazzurri, con discese a campo aperto di centrocampisti e attaccanti. Potenziali occasioni da gol da una parte e dall’altra caratterizzano la prima parte della seconda frazione, meno lineare per disposizione e attenzione ai dettami tattici da parte delle due squadre. Per un tentativo quantomeno coraggioso del Lecce di rientrare in partita, e la concreta possibilità di chiudere il match - con l’aprirsi di numerosi spazi - da parte dell’Inter. Ad avvicinare e trascinare i nerazzurri verso l’opzione migliore, quella del 3-0, è Lukaku, a tratti devastante nel creare superiorità numerica a ridosso della trequarti e dar vita a grandi pericoli dalle parti di Gabriel. E, allo scoccare dell’ora di gioco, è proprio il belga, sfruttando la respinta del portiere leccese sulla conclusione dal limite di Lautaro, a chiudere i giochi con un tap-in vincente di destro. Si entra così in un’altra fase del match, quella dei primi cambi e di un’Inter a sempre più travolgente. Liverani inserisce Mancosu e Farias al posto di Petriccione e La Mantia, mentre qualche minuto dopo Conte fa esordire Barella (fuori Vecino). Asamoah e Candreva dominano costantemente le fasce nel confronto con Rispoli e Calderoni, mentre Lautaro e Lukaku svariano lungo tutto il fronte offensivo. Il centrocampo, guidato da Brozovic e ispirato da Sensi, garantisce una costante opzione di gioco: cambi improvvisi di fronte a liberare le discese di uno dei due esterni (attacco sul lato debole), verticalizzazioni per i due attaccanti e costante accompagnamento all’azione, che costringe gli avversari, ormai disuniti, a rintanarsi con fatica all’interno degli ultimi 20 metri. Lautaro, su iniziativa di Lukaku, va più volte vicino alla gioia personale. Prima di lasciare spazio a Politano (poco dopo gli ingressi di Gagliardini per Sensi in casa Inter e di Benzar per Rispoli sponda giallorossa), per un ultimo scorcio di gara valido solo per le statistiche. Il numero 16 vede annullarsi il gol del definitivo 4-0, realizzato qualche istante dopo da Candreva, con una prodezza dalla distanza a coronamento di una grande prestazione individuale. La ‘nuova’ Inter targata Conte lancia un primo segnale importante. Squadra alta, aggressiva, con le idee chiare e tanta concretezza. E che, anche nei sincronismi difensivi, è destinata a migliorare. Alle porte c’è la trasferta di Cagliari, prima ancora un’altra settimana di calciomercato che regalerà ulteriori novità. E che ha già portato i gol di Sensi e soprattutto dell'attesissimo Lukaku.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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