Dopo la pausa delle nazionali, l'Inter scende in campo contro la Sampdoria. Nell'undici iniziale Pioli conferma per la quarta partita consecutiva Banega alle spalle di Icardi; in mediana turno di riposo per Kondogbia, con Brozovic al suo posto al fianco di Gagliardini. Dietro confermata la coppia Miranda-Medel, con D'Ambrosio e Ansaldi come terzini. Davanti a loro i soliti Perisic e Candreva. Giampaolo si presenta a San Siro con il consueto 4-3-1-2, con Bruno Fernandes da trequartista; insieme a Quagliarella non c'è Muriel, infortunatosi con la Colombia e sostituito dal gioiellino Schick.
PRIMO TEMPO DA SALVARE - La Sampdoria è una squadra scomoda da affrontare per le grandi di questo campionato: non ha mai paura di giocare il pallone, anche con i difensori centrali, e tiene una linea difensiva molto alta e altrettanto attenta. Il modo di giocare delle due squadre è alle antitesi perché se l'Inter cerca di sfruttare le fasce (non a caso è la squadra che crossa di più in Europa), la Samp prova sempre la percussione per vie centrali tramite molti fraseggi stretti. Questo è visibile sin dai primi minuti di gioco, quando l'Inter tenta di dare ritmo e la Samp usa il possesso palla per difendersi. In fase di non possesso Pioli chiede a Perisic e Candreva di accentrarsi, anche perché sia Dodò che Sala prima e Bereszynski poi non spingono praticamente mai. Ansaldi e D'Ambrosio hanno il compito di uscire in pressione sull'esterno. Quando invece recupera palla, l'Inter deve essere brava a non cadere nella trappola del fuorigioco e per farlo cerca continui cambi di gioco, che potenzialmente mettono in difficoltà il centrocampo a 3 doriano. Quando l'Inter ci riesce la Samp va infatti in affanno, come accade al 10' quando Perisic, innescato in velocità, pesca Banega a rimorchio. Il tiro non è abbastanza angolato e Viviano para: sulla ribattuta Candreva calcia inspiegabilmente malissimo. E' un assaggio di quello che può fare l'Inter per mettere in difficoltà la squadra di Giampaolo. Sempre da un cambio di gioco arriva il corner da cui nasce l'1-0 dell'Inter, che per la prima volta batte dalla bandierina rapidamente senza dare il tempo agli avversari di posizionarsi correttamente. D'Ambrosio è bravo ad entrare in area con il tempo giusto e fortunato a centrare il piede di Bereszynski che mette fuori causa Viviano. Con questo gol l'Inter chiude il primo tempo in vantaggio.
BLACKOUT - A inizio ripresa Pioli si trova costretto a togliere un acciaccato Gagliardini per inserire Kondogbia. La squadra torna in campo meno lucida e infatti dopo soli 5 minuti subisce il secondo gol da calcio d'angolo consecutivo dopo quello dell'ultima giornata a Torino. In questo caso è grave l'ingenuità di Brozovic che troppo facilmente si fa saltare da Bruno Fernandes, che confeziona il traversone da cui nasce il gol di Schick. Il portoghese si limita a spostarsi la palla sul sinistro, Brozovic rimane impalato sul posto. Il croato poi tiene in gioco l'autore del gol avversario. Dopo questo gol l'Inter smette di ragionare, nonostante manchi ancora tutto il secondo tempo. La manovra inizia ad essere meno lucida e più improvvisata, cercando di innescare il solo Perisic a sinistra. Candreva non azzecca più un cross. Molto spesso ci si rende conto di quanto sia importante un giocatore non tanto quando è in campo, ma quando non c'è. E' proprio quello che succede con Gagliardini: senza il numero 5 la mediana dell'Inter, governata dal duo Kondogbia-Brozovic, finisce in balia del possesso palla ragionato della Sampdoria. Entrambi sono vogliosi di recuperare il pallone, ma la squadra di Giampaolo non ha paura, muove la palla di prima con molti appoggi stretti che mandano fuori giri i due mediani nerazzurri e di conseguenza tutta l'Inter. Quando la squadra di Pioli recupera il pallone, la foga la spinge a verticalizzare subito, ottenendo soltanto il risultato di cadere nell'abile inganno del fuorigioco avversario. Pioli inserisce prima Eder e poi Joao Mario per Banega e Perisic, ma i due si adeguano subito al copione negativo dei compagni. L'Inter però ha anche la palla con Icardi per andare in vantaggio, perché la Samp è sì buona squadra ma non fenomenale. Maurito però non c'è e spara altissimo. A 5 dalla fine Brozovic completa la sua serataccia con un fallo di mano da psicoanalisi, dato che letteralmente para il tiro di Alvarez. Finisce 1-2 e l'Inter saluta la Champions con rammarico, in una serata no che ci può stare dopo diversi mesi quasi impeccabili ma che dimostra come il lavoro da fare sia tanto, ragionando a mente fredda senza farsi prendere dall'ansia. Esattamente quello che non ha fatto ieri sera.
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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