Occasioni che fioccano, legni colpiti, parate clamorose di Anatoliy Trubin su Lautaro Martinez. Benjamin Pavard che aizza la Curva Nord all’ennesimo calcio d’angolo guadagnato in attacco. E un gol grazie anche alla spinta dei 66 mila di San Siro che illuminano Milano e cantano. Dominio totale. Minima resa, massima spesa. È questo il secondo tempo dell’Inter contro un Benfica impaurito e arrendevole. La seconda frazione è un capolavoro tecnico-tattico dei nerazzurri che accendono il turbo e mettono alle corde i portoghesi alzando il baricentro di molti metri con una voglia spasmodica di aggredire la palla e buttarsi in avanti alla ricerca del gol. Barella e compagni sono anche molto più precisi nei passaggi rispetto al primo tempo, dove soprattutto Calhanoglu aveva sbagliato qualche disimpegno in uscita di troppo regalando palla agli avversari. Triangolazioni veloci Dimarco-Barella-Mkhitaryan riescono a tenere costantemente in apprensione il quartetto difensivo degli uomini di Schmidt, che devono alzare un vero e proprio muro per contenere le continue incursioni in area e i cross da destra e sinistra. Il Benfica è complessivamente annullato, compattato dietro e senza forza per ripartire, anche a causa dell’eclissi totale di Di Maria, Rafa Silva e Aursnes. Bastoni e Pavard salgono in cattedra sia in fase difensiva che in quella offensiva, accompagnando sempre la manovra e proponendosi in sovrapposizione lungo le due fasce. Il gol di Thuram arriva da un contropiede magistralmente orchestrato sulla destra, nell’unico minuto di gara dove il centrale Morato perde il contatto fisico con l’attaccante francese. Scontato poi affermare che il Toro Martinez avrebbe potuto risparmiarsi qualche gol contro la Salernitana e giocarselo in Champions, visto le tantissime occasioni sprecate. O che l’1-0 finale sta molto stretto a Inzaghi e i suoi. Ci si concentri sugli aspetti positivi appena descritti di un secondo tempo da grande Inter, che ha portato alla prima vittoria stagionale in Champions.
IL PRIMO TEMPO: UN’ALTRA PARTITA
Eppure nel primo tempo si è vista una partita differente rispetto al tornado del secondo, equilibrata e intensa da parte di tutte e due le squadre. Angel Di Maria si abbassa e si accentra spesso per entrare nel vivo del gioco, quasi da regista, pronto a ricevere palla e cambiare il gioco o iniziare l’azione con un dai e vai. Aursnes invece è libero di spaziare e di proporsi come incursore in area di rigore nerazzurra. È lui la fonte di gioco primaria dei suoi. E anche il pericolo numero uno. Come nel suo tiro parato da Sommer al 12’. In fase di non possesso tra i due mediani è Joao Neves che si alza quasi sulla linea degli attaccanti per aiutarli ad aggredire il giro palla interista, mentre in fase di possesso, quando il Benfica parte da dietro, Schmidt sceglie di isolare il quartetto offensivo composto da Aursnes, Neres, Di Maria e Rafa Silva, quasi sulla stessa linea, e lasciare una voragine con i loro compagni di centrocampo Neves e Kokcu. Anche i terzini Bah e Bernat rimangono bloccati dietro. Questa tattica è messa in pratica per provare a sfruttare il 4 contro 3 davanti quando la palla riesce a passare veloce e scavalcare il centrocampo interista. Ma l’Inter è corta e attenta e sceglie di abbassare Dimarco e Dumfries sulla linea difensiva per contenere gli attaccanti portoghesi, di fatto disegnando il 5-3-2 che tanto piace all’allenatore del Barcellona Xavi. I raddoppi del numero 32 interista su Di Maria rendono il campione del mondo inoffensivo. Dall’altra parte opera nello stesso modo Dumfries su Rafa Silva o Neres. Acerbi quando l’Inter recupera palla spesso si alza sulla linea dei centrocampisti per evitare che i suoi vengano schiacciati. Nel complesso è una partita che si gioca molto a centrocampo e il pallino del gioco è volubile passando di continuo da una squadra all’altra. Le occasioni da gol sono poche e il pareggio è il risultato giusto. Le partite, però, non durano mai un tempo. E nel secondo l’Inter ha ampiamente dimostrato la sua superiorità, di fatto iniziando un altro tipo di gara.
Riccardo Despali
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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