"A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia del Nord, il presidente Gravina era seduto accanto a Mancini. Io a San Siro ero solo, l’unico colpevole. Non l’ho mai trovato giusto". Così Giampiero Ventura inizia la sua intervista al Corriere della Sera, facendo un passo indietro di quattro anni, all'eliminazione patita contro la Svezia

Secondo Ventura il calcio italiano, "si è fermato un po’ sul piano delle idee, è meno divertente. C’è stato l’exploit di Gasperini con l’Atalanta, poi qualche anno fa il Napoli di Sarri. Per il resto non mi sembra che sia un momento esaltante. Abbiamo difficoltà a segnare e si criticano le punte, ma tra le prime sei squadre di serie A non c’è nessun attaccante italiano. Ci siamo giocati la qualificazione al Mondiale con giocatori naturalizzati, segno che qualcosa non va, è evidente. Ma ne discutiamo solo dopo un fallimento, tra una settimana saremo di nuovo concentrati su Juventus-Inter. Servono delle riforme concrete, non basta parlarne, e un rapporto diverso tra i club e la Nazionale: non può essere vista come un fastidio, dovrebbe essere il riferimento di tutto il sistema".

Come altri di recente, l'ex ct critica il Decreto Crescita. "I giovani devono avere tempo e spazio per crescere. Tra gli attaccanti della Nazionale molti non hanno mai giocato in Champions League. L’esperienza internazionale serve, ti dà consapevolezza. Col Decreto crescita sono arrivati tanti giocatori dall’estero, alcuni neanche così bravi. Mettere un freno ai giocatori stranieri nel nostro calcio, e così liberare alcuni ragazzi, può avere senso".

Si parla anche del discorso scudetto. "Credo sia una sfida a tre. All’Inter manca un vice Brozovic, ma per il resto è la squadra con la rosa migliore. A Torino contro la Juventus è decisiva: se vince può avere un’iniezione di fiducia importante, se perde diventa tutto più difficile. Dovendo scegliere, dico i rossoneri".

Sezione: Rassegna / Data: Mer 30 marzo 2022 alle 10:48
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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