L'epidemiologo Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, è stato intervistato dal Corriere dello Sport. "Se vogliamo rendere un buon servizio allo sport non dobbiamo decontestualizzarlo - spiega -. Se mi si chiede se sono favorevole alla ripresa degli allenamenti io rispondo sì, ma solo se la consideriamo all’interno di un percorso di svezzamento che riguarda l’intero Paese. Dobbiamo riaprire l’Italia, questo è certo, rispettando due parametri: il buonsenso e l’esperienza tecnico-scientifica, che devono camminare insieme". 

Lo scontro sul calcio, sulla ripartenza, è diventato politico. 
"Me ne sto rendendo conto. E ovviamente non intendo in alcun modo entrarci. Non è mio compito. Gravina mi è sembrato una gran brava persona. Ho parlato anche col ministro Spadafora. Mi fermo al mio campo ribadendo due concetti: regole ferree e monitoraggio costante. Il tempo gioca a nostro favore. Le posso anticipare che tra fine maggio e inizio giugno partirà la nostra sperimentazione in vitro del vaccino. Stiamo accorciando decisamente i tempi. potendolo sperimentare sull’uomo siamo già molto avanti". 
 
L’altro giorno ha partecipato al vertice in call con tutte le componenti dello sport. 
"E alla domanda che è venuta fuori, “cosa succede se un calciatore viene trovato positivo?”, ho risposto “Piano, come consideriamo la popolazione sportiva? Alla stregua degli operatori sanitari?”. In questo caso, se trovo un operatore sanitario positivo, non sospendo tutti dal lavoro. Ma metto immediatamente sotto sorveglianza sanitaria il personale venuto a contatto con il positivo, test e tamponi. Per inciso, le regole che abbiamo seguito allo Spallanzani ci hanno permesso di registrare zero positività su un migliaio di operatori. Il nostro è un protocollo di saggezza. Parliamo del calcio, e ribadisco che sono favorevole alla ripartenza degli allenamenti con le prescrizioni che abbiamo elencato. In primo luogo sono necessari i test sierologici, nel caso in cui si evidenziano delle alterazioni dell’IGG si passa al tampone. La sequenza dei tre test, sierologico e tampone, ha dato risultati eccellenti, abbiamo individuato i positivi e quelli che avevano sviluppato gli anticorpi. È chiaro che chi nel club non è direttamente interessato all’attività agonistica dovrà limitarsi allo smart working. Ma nel protocollo sono contemplate tutte le situazioni, le soluzioni, incluse ovviamente le eccezioni. Io non sto né di qua, né di là. Resto un ottimista, un cauto ottimista. Soprattutto se la gente continua ad applicare con serietà e serenità le regole di buonsenso che ci siamo imposti. Dal mio osservatorio Spallanzani, Roma e Lazio, i numeri ci hanno dato ragione. Abbiamo appena inaugurato un reparto ad alto isolamento, 40 posti letto a pressione negativa dove il rischio infezione è zero. Una struttura unica". 

Sezione: Rassegna / Data: Sab 25 aprile 2020 alle 11:38 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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