La Cgil Milano ha sollevato ieri il caso dei tre magazzinieri licenziati dall'Inter rimasti senza lavoro. "Nonostante i tentativi messi in campo per trovare soluzioni alternative al licenziamento, come il reimpiego in altre mansioni, peraltro facilmente percorribile data l’esperienza polivalente — dice Nicoletta Daino, segretaria della Slc Cgil milanese, al Corsera —, l’azienda ha confermato di voler chiudere i tre rapporti di lavoro a partire dall’1 novembre, data di scadenza del blocco dei licenziamenti decisi dal governo. Considerando che la somma dei tre stipendi costituisce una minima frazione dello stipendio medio che l’Inter paga ai giocatori, che si tratta di persone ultracinquantenni, e che l’Inter ha sempre promosso valori come l’uguaglianza e la fratellanza, riteniamo questa decisione non accettabile". Si parla di emolumenti da 1.500 euro netti ciascuno.

A parlare sono i dipendenti stessi. "Io ho lavorato con tre presidenti — dice Paolo Di Francesco, 52 anni — Moratti, Thohir e Zhang. Ho visto passare allenatori, campioni, ragazzini delle giovanili e con i miei colleghi ho sempre lavorato con passione perché amo tantissimo questa squadra. E poi non siamo manovalanza, ci adattiamo alla direttive, non creiamo problemi". Anche Daniele Baccarini. "Tra i vari incarichi ho avuto anche quello di seguire la squadra dalla panchina, comprese le partite decisive nell’anno del triplete — dice — e come i miei colleghi ho ricevuto rispetto e umanità da quelle persone che fuori sono viste come idoli inavvicinabili. Davvero ci siamo sentiti parte di una famiglia".
Sezione: Rassegna / Data: Ven 29 ottobre 2021 alle 09:52
Autore: Redazione FcInterNews
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