Se si dice che Antonio Conte vuole fortissimamente Arturo Vidal non si scopre nulla. Che il cileno sia un pupillo del tecnico leccese è storia assai nota. E oggi la Gazzetta dello Sport ricorda come nacque il feeling enorme tra i due. Quando arrivò alla Jvue dal Bayer Leverkusen, il cileno non era il top che è oggi, diventandolo progressivamente proprio grazie al lavoro con l'allenatore che oggi lo vorrebbe a Milano. Scoperte immediatamente le qualità del sudamericano, Conte dimentica l'idea di 4-2-4 e costruisce il 3-5-2 con Re Arturo, Pirlo e Marchisio in mediana. Numeri assoluti: al secondo anno contiano, king Arthur ha firmato 15 gol e ben 12 assist. Al terzo, 18 reti e 5 assist. "Vidal non si è mai ripetuto a questi livelli, né nel Bayern Monaco né nel Barcellona - sottolinea la rosea -. Questo vuol dire che anche Vidal dà il meglio con Antonio. Diciamo che ai tempi bianconeri per il tecnico è stato quello che Eto’o è stato per Mourinho. L’uomo, il campione, di fiducia. I due hanno avuto un rapporto saldissimo".

La carta d'identità adesso è un'altra, ovviamente. Ma l'ultima stagione in Catalogna, nonostante gli scarsi risultati di squadra, hanno evidenziato come Vidal sia ancora integro fisicamente e, soprattutto, sia stato uno dei pochissimi a fornire un contributo adeguato in relazione al suo potenziale.

Sezione: Rassegna / Data: Mar 01 settembre 2020 alle 09:24 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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