domani sarà ancora Antonio Conte contro Simone Inzaghi. La Gazzetta dello Sport descrive i due tecnici come discendenti naturali di Giovanni Trapattoni, e non solo per il modulo 3-5-2 che li accomuna. "Trasmettono gli stessi principi alle loro squadre e si affidano a linee difensive con tre marcatori, laddove il centrale-centrale è il “vecchio” libero, Gaetano Scirea nella Juve di Trapattoni - si legge -. De Vrij all’Inter è uno Scirea meno elegante, ma allo stesso modo efficace nell’avviare l’azione e nell’arte del passaggio. Acerbi alla Lazio è più marcatore, però ha il senso delle chiusure tipico dell’ultimo uomo. Tra centrocampo e attacco, Inzaghi e Conte, come il Trap, miscelano corsa e talento e alimentano buona parte del gioco sulle corsie laterali. Non per caso Inzaghi e Conte hanno il 3-5-2 come modulo di riferimento, sistema basato sull’antico concetto del libero e dei due difensori marcatori. Sono allenatori temperamentali e urlatori, vivono la partita con trasporto ai limiti dell’area tecnica. Gridano e perdono la voce, accompagnano la squadra movimento per movimento, litigano con gli arbitri. Trapattoni stava seduto in panchina e si faceva sentire con i fischi, ma era un calcio diverso, meno televisivo. Inzaghi e Conte si conoscono abbastanza per elidersi. Nella scorsa stagione una vittoria ciascuno, 1-0 per l’Inter nell’andata a San Siro e 2-1 per la Lazio nel ritorno. La logica suggerisce il pari come probabile risultato per domani, ma il calcio è illogico".

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Sezione: Rassegna / Data: Sab 03 ottobre 2020 alle 10:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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