"Successe in quinta elementare". Carlo Cudicini racchiude a quel periodo della sua vita la decisione di 'tuffarsi' nel ruolo di portiere. L'estremo difensore si racconta a SportWeek ricordando anche la chiamata dell'Inter: "Organizzai insieme ad altri un torneo a 7 e il giorno della prima partita, mentre tutti sceglievano le maglie, io rimasi impegnato fino all’ultimo in questioni, diciamo così, burocratiche. Quando mi affacciai sulla cesta per prendere una maglietta, vidi che era rimasta solo quella da portiere. Non ricordo se qualche compagno o qualche genitore mi disse: ‘Vabbè, col cognome che hai, se qualcosina almeno hai preso da tuo padre, tanto male non devi essere’. Risposi: ‘Va bene, non c’è problema’. Finì in disastro, nel senso che arrivammo ultimi. Eppure, la squadra che aveva vinto il torneo contattò mio padre perché ci andassi a giocare, non so se perché tutto sommato il mio in porta l’avevo fatto o perché l’allenatore aveva ragionato allo stesso modo degli altri sul cognome. Era la San Giuseppe, squadretta oratoriana: comincio a 7, passo a 11, e a quel punto leggenda narra che, sempre mio papà, ricevette una telefonata dall’Inter, che mi invitava a un provino".

E lui...? 
"In famiglia vediamo solo rossonero, quindi chiamò il Milan: ‘Guardate che dovrei portare mio figlio a fare un provino con l’Inter...’ e dall’altra parte risposero: ‘No, no, portalo prima qua’. La mia avventura nel grande calcio parte così".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 18 ottobre 2025 alle 12:16
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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