"Più dei moduli e degli schemi, conta la mentalità, conta la voglia di arrivare per primi sul pallone, conta lo spirito che si mette in campo". Queste le parole di Arrigo Sacchi sulla Gazzetta dello Sport a proposito della Nuova Era targata Gattuso in Nazionale.

L'ex ct si autoproclama un tifoso di Gattuso e scorge in lui le doti sufficienti per condurre l'Italia ai Mondiali dopo due clamorose assenze. Ma servirà che tutto il gruppo segua il suo allenatore per riuscire nell'impresa. "Chi va in azzurro deve amare la maglia, deve essere disposto a buttarsi nel fuoco per evitare un gol e deve sudare come un dannato per cercare di farne uno - scrive Sacchi -. Penso che Gattuso sia l’uomo giusto per trasmettere questo messaggio. Che cosa volete che possa fare dal punto di vista tattico? Non è mica un mago, e maghi in circolazione non ne vedo, ha poco tempo per allenare i suoi ragazzi e per insegnare loro i suoi principi di gioco. Inoltre, questo è un altro aspetto che non va dimenticato, le squadre italiane non lo aiutano andando a pescare nel mercato tanti calciatori stranieri che tolgono il posto a quelli di casa nostra. E poi, però, si pretende che la Nazionale vinca e diverta... Mettiamoci d’accordo: se volete vedere una squadra che abbia uno stile, bisogna che al ct sia dato il tempo per assemblare tutto il gruppo".

"Ho apprezzato che, al momento delle convocazioni, Gattuso abbia dato fiducia a molti giovani. Questo è il modo per farli crescere e per responsabilizzarli - evidenzia Sacchi -. Adesso si tratta di costruire il castello con determinazione e pazienza. I calciatori italiani non sono inferiori a quelli delle altre nazionali più quotate, penso a Spagna, Francia, Germania o Inghilterra. Semplicemente hanno bisogno di fare esperienze, di andare in campo: devono avere la possibilità di sbagliare senza che, dopo l’errore, venga loro tolta la maglia. Conoscendolo, penso che Gattuso abbia puntato molto, nei suoi discorsi ai ragazzi, sul concetto di collettivo. In questi giorni mi hanno chiesto spesso su chi bisognava puntare per conquistare la qualificazione al prossimo Mondiale. Ho sempre risposto: su tutti e su nessuno. Mi spiego: il leader di questa Nazionale non deve essere un singolo, ma il gruppo nella sua interezza. Non dev’essere l’Italia di Kean o di Barella, di Tonali o di Bastoni. Dev’essere, e mi auguro che la sia, l’Italia di Gattuso".

Sezione: News / Data: Ven 05 settembre 2025 alle 13:26 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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