Interessante intervista della Gazzetta dello Sport a Fabio Galante, ex stopper dell'Inter di fine anni 90, vincitore della Coppa Uefa 1997/98 da protagonista e oggi brand ambassador nerazzurro. Ecco alcuni stralci delle sue parole.

Galante, una volta lei ha detto: «Se fossi stato più brutto avrei avuto una carriera migliore». Tomaia, suola. Fuori, dentro. Estetica, sostanza. Caschiamo sempre lì. Quello che la gente vede di noi, quello che siamo.
"L’ho detto, e un po’ di verità c’è. Sì, ero bellino, all’epoca frequentavo ragazze del mondo dello spettacolo, ma la domenica appena sbagliavo un passaggio partivano i veleni: chissà dov’era Galante ieri sera. È dura togliersi di dosso le etichette, io me ne sono sempre infischiato, ma certi commenti mi ferivano. C’era anche invidia. Una volta telefonai a un giornalista che mi aveva dato 5 in pagella. Gli chiesi di spiegarmi la valutazione e lui rispose: “Ma cosa te ne frega di un 5 con tutte le donne che hai?” Mi sono cadute le braccia, ma che modo è di confrontarsi?".

Da bambino com’era?
"Giocavo attaccante, tifavo Inter. E avevo una simpatia per il Toro, perché c’era Ciccio Graziani. Il mio babbo mi diceva: “Guarda come si muove Graziani e copialo”. A quattordici anni ero nei giovani dell’Empoli: tutto è cominciato lì".

Come sono stati i tre anni all’Inter?
"Bellissimi, uno squadrone con un allenatore unico, Gigi Simoni. Nel 1998 a Parigi vincemmo la Coppa Uefa, il primo trofeo dell’era Moratti. Ho avuto il privilegio di giocare con il più forte di tutti, il Fenomeno. A Mosca, con lo Spartak in Coppa, fece un gol ballando sul ghiaccio, se lo inventò dal nulla. E noi dicemmo: funzionano i nostri schemi, vero Ronie? Era goloso di tutto, di cibo e di vita. Una volta andai a trovarlo a Madrid, in ritiro, sul comodino accanto al letto aveva decine di cioccolatini, pasticcini, dolcetti. Gli faccio: Ronie, ma stasera devi giocare…E lui, con la bocca piena: massì… Quella sera segnò una doppietta".

Chi è stato l’attaccante più forte che ha dovuto marcare?
"Faccio la lista dei bomber che ho incrociato? Batistuta, Sheva, Del Piero, Totti, Mancini, Vialli, Vieri, Inzaghi, Montella, Di Natale, Toni, Gilardino, Lucarelli…Pippo era incredibile: era il pallone che cercava lui, non viceversa".

Sezione: Focus / Data: Ven 05 settembre 2025 alle 11:21 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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